(ANSA) – BOLOGNA, 06 AGO – “Patrick Zaki sta arrivando al
diciottesimo mese di detenzione illegale, arbitraria, senza
processo e senza possibilità di difendersi” e la mobilitazione
continua. Lo ricorda Riccardo Noury, portavoce di Amnesty
International Italia visto che domani, 7 agosto, sarà trascorso
un anno e mezzo da quando lo studente egiziano dell’Università
di Bologna è stato arrestato in Egitto con accuse tra l’altro di
terrorismo, istigazione alla violenza, basate su post social da
un account che i legali non ritengono sia il suo.
“Per la nostra campagna – dice Noury – questo anno e mezzo è
trascorso veloce, ricco di mobilitazioni e di iniziative che
hanno cercato di tenere alta l’attenzione sulla situazione dello
studente egiziano dell’Università di Bologna. Ma per Patrick,
chiuso nella sua cella della prigione di Tora, è stato un tempo
lentissimo, pieno di angoscia, di dolore fisico, di sofferenza
mentale. Continuiamo a rivolgere appelli alle autorità egiziane
affinché sia scarcerato, perché non vi è alcun motivo, se non
una inaccettabile persecuzione politica nei confronti di un
brillante difensore dei diritti umani, per tenerlo in prigione.
Continuiamo a sollecitare il Governo italiano ad abbandonare la
sua inconcludente strategia basata su ‘silenzio, cautela e
dialogo’ e ad assumere iniziative concrete, come peraltro
chiesto anche dal Parlamento, per favorire la scarcerazione di
Patrick”.
Le ultime parole di Patrick qualche giorno fa in una lettera
alla fidanzata diffusa dagli attivisti che ne chiedono la
liberazione: “Combatterò finché non tornerò a studiare a
Bologna”, ha scritto. (ANSA).
Fonte Ansa.it