In molti Paesi il riconoscimento facciale viene già impiegato dalle forze di polizia per risalire ai colpevoli di un furto o un delitto. Abbiamo già parlato dei limiti di questa tecnologia, e del fatto che discrimini le persone per razza e genere. Ora uno studio condotto dalla Ben-Gurion University of the Negev (Israele) mette a nudo un’altra debolezza di questi sistemi: basta applicare un po’ di trucco nei punti giusti del viso per ingannare l’intelligenza artificiale e impedirle di associare il volto alla giusta identità.
(Non) c’è trucco e (non) c’è inganno! I ricercatori hanno infatti messo a punto un software capace di suggerire in che modo si possa ingannare il riconoscimento facciale grazie al make-up: in particolare, il sistema crea una mappa del viso evidenziando le aree principali su cui si basa l’IA per riconoscerci. A partire da questa mappa il software crea una proiezione digitale di un possibile trucco da applicare nei punti giusti per passare inosservati davanti a un sistema di riconoscimento facciale.
I test effettuati su dieci uomini e dieci donne dai 20 ai 28 anni hanno dato risultati notevoli: applicando il trucco dove indicato dal software, l’IA andava in tilt, non riuscendo a riconoscere la persona il 98,8% delle volte. Senza trucco, al contrario, l’IA riconosceva il volto il 47,6% delle volte. Il riconoscimento facciale funzionava in generale peggio con le donne: senza trucco venivano riconosciute il 42,6% delle volte (contro il 52,5% degli uomini), e con il trucco appena lo 0,9% delle volte (contro l’1,5% degli uomini).
Ladri truccati. L’aspetto interessante (e anche un po’ curioso) di questo software è il fatto che non si basa sull’utilizzo di un trucco colorato: al contrario, punta su tinte neutre che non attirano l’attenzione, ma “modificano” i connotati (un po’ come fa il contouring, una tecnica di make-up che mescola toni chiari e scuri per scolpire e ridefinire i lineamenti). Che il trucco diventi un metodo alternativo al vecchio passamontagna per gli Arsenio Lupin dei giorni nostri?
Fonte Focus.it