(ANSA) – PECHINO, 11 OTT – Le piogge torrenziali stanno
ostacolando i soccorsi nella provincia dello Shanxi, nella Cina
settentrionale, dove secondo i media locali si contano oltre
1,76 milioni di persone costrette ad evacuare, mentre decine si
miniere di carbone sono state fermate creando nuova pressione
sulla crisi energetica che sta colpendo il Paese, con il
razionamento dell’elettricità soprattutto nel nordest.
Il maltempo ha dalla scorsa settimana causato il crollo di
case e provocato frane e alluvioni in più di 70 distretti e
città dello Shanxi, replicando gli scenari drammatici di tre
mesi fa registrati nella provincia di Henan, costati la vita a
oltre 300 persone. Le autorità dello Shanxi, che è anche sede di
numerosi monumenti antichi, sono state costrette a far evacuare
d’urgenza più di 120.000 persone, secondo quanto ha riferito
l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, mentre sono 17.000 le
abitazioni crollate. Quattro agenti di polizia, inoltre, sono
morti a causa di una frana, ha riportato il tabloid Global
Times.
Sul capoluogo Taiyuan si sono riversate precipitazioni medie
di circa 185,6 mm la scorsa settimana contro i 25 mm di ottobre
relativi tra il 1981 e il 2010.
Lo Shanxi è un’importante provincia di estrazione e
produzione dei carbone, ma le attività sono state sospese a
causa delle piogge in un momento critico. La Cina sta già
affrontando una carenza di energia che ha causato il blocco
all’erogazione di elettricità nei porti, nelle fabbriche e anche
nelle abitazioni.
Il governo locale ha dichiarato di aver sospeso la produzione
in 60 miniere di carbone (in aggiunta alle 27 fermate il 4
ottobre), 372 miniere non carbonifere e 14 fabbriche chimiche
pericolose presenti nella provincia. (ANSA).
Fonte Ansa.it