(ANSA) – MADRID, 19 OTT – Il 20 ottobre 2011 l’organizzazione
terroristica basca Eta annunciò la fine della sua attività
armata, dopo circa 50 anni di violenze che hanno provocato la
morte di oltre 850 persone in Spagna. Un momento ricordato nel
Paese iberico, a dieci anni di distanza, come occasione di
riflessione collettiva sulle ferite ancora aperte e sul processo
di riconciliazione sociale e politico sia nei Paesi Baschi sia
su scala nazionale.
Alla vigilia di questa ricorrenza simbolica, il dibattito
politico e mediatico è incentrato sulla svolta della cosiddetta
sinistra ‘abertzale’, ovvero l’area dei partiti considerati
braccio politico del movimento separatista radicale basco: lo
storico leader ed ex membro dell’Eta Arnaldo Otegi ha infatti
detto ieri che “il dolore delle vittime non ci sarebbe mai
dovuto esser stato” e che lui e il suo partito si sentono “sinceramente dispiaciuti” di quanto avvenuto in passato. Si
tratta del primo gesto di questo tipo nei confronti delle
vittime da parte del massimo esponente dell’indipendentismo
basco radicale.
Le sue parole sono state accolte come un segnale importante
da parte di esponenti della sinistra spagnola e da diversi
familiari di vittime del gruppo terroristico. Altre persone
colpite direttamente dalla violenza dell’Eta e i partiti della
destra, invece, ridimensionano il valore simbolico delle
affermazioni di Otegi e le considerano insufficienti. (ANSA).
Fonte Ansa.it