(ANSA) – TRIESTE, 21 OTT – Prevedere gli effetti delle
varianti di Sars-CoV-2 sull’efficacia terapeutica di due
anticorpi monoclonali, bamlanivimab e etesevimab, autorizzati
dallo scorso febbraio per il trattamento di Covid-19 da lieve a
moderato, sia negli Stati Uniti, sia in Europa, attraverso il
computer e suoi algoritmi. Questo l’obiettivo dello studio
realizzato da gruppo di ricercatori dell’Università di Trieste,
e pubblicato sulla rivista Scientific Reports (Springer Nature),
che potrà avere importanti applicazioni nella previsione
dell’efficacia di vaccini e terapie. Lo ha reso noto
l’Università di Trieste, sottolineando che “i risultati ottenuti
dal team di ricerca Molecular Biology and Nanotechnology
Laboratory hanno già suscitato l’interesse degli scienziati
impegnati nella lotta al Covid”.
“La novità rispetto ai precedenti studi eseguiti dal nostro
team sulle varianti di Sars-Cov-2 – ha spiegato Erik Laurini,
co-fondatore del gruppo triestino – è che invece di guardare
l’effetto di mutanti sull’interazione con la proteina umana che
il virus sfrutta per entrare nelle nostre cellule, siamo andati
a valutare il ruolo della diversità genetica virale
sull’efficacia di uno degli attuali trattamenti terapeutici.
Prevedere in tempi rapidi se una nuova mutazione può
compromettere l’efficacia di un agente antivirale – ha aggiunto
– sarà fondamentale per combattere definitivamente il Covid”.
In particolare, la metodologia applicata ha permesso di
prevedere a livello molecolare gli effetti negativi
sull’attività di questi agenti terapeutici di sostituzioni nelle
posizioni 452 e 484 di Sars-Cov-2, mutazioni presenti nella ben
nota variante Delta. (ANSA).
Fonte Ansa.it