(ANSA) – ROMA, 03 NOV – “L’intitolazione a Lucio Colletti
della sala del VI piano del Palazzo dei gruppi di Montecitorio,
adiacente agli uffici di Forza Italia, è la testimonianza di un
lascito intellettuale e politico che sentiamo nostro. Il simbolo
della riconoscenza che nutriamo nei confronti di uno dei
filosofi più illustri del nostro Paese, testimone di una
stagione politica di rinnovamento che ha vissuto in prima
persona dai banchi di Forza Italia”. Così il presidente dei
deputati azzurri, Paolo Barelli, intervenendo alla cerimonia di
commemorazione del ventesimo anno dalla morte del filosofo e
parlamentare di Forza Italia, Lucio Colletti, che si è tenuta
questa mattina presso la sala Colletti del Palazzo dei Gruppi
della Camera dei deputati, alla presenza della moglie Fauzia e
della figlia Giulia.
“Sono già venti anni che Lucio Colletti ci ha lasciati – ha
detto il vice presidente della Camera dei deputati, Andrea
Mandelli -, proprio all’inizio della sua seconda legislatura con
Forza Italia, ma in tanti di noi è ancora vivo il ricordo della
sua alta e stimolante partecipazione al dibattito e al confronto
parlamentare che ha saputo portare da raffinato intellettuale
quale era”. A tracciare le tappe del percorso politico del
filosofo romano è stato il vice presidente dei deputati azzurri,
Elio Vito, capogruppo al tempo della scomparsa di Colletti, che
nel ricordare numerosi aneddoti dell’esperienza da deputato
dell’accademico ha sottolineato come: “La ricerca della
modernità ha rappresentato il suo tratto distintivo, ha permeato
la sua attività politica, fin da quando ha dimostrato le radici
profonde che legano il giustizialismo alla cultura di sinistra.
Colletti – ha aggiunto – è stato un eretico, ha elaborato
riflessioni scomode, tutt’ora attuali e dal grande valore morale
e politico”. Il lascito intellettuale filosofico più importante
di Lucio Colletti, ha ricordato il professor Luciano Albanese,
riguarda la sua idea di futuro: “E’ aperto, nulla è stato
preordinato. Così come in ambito politico-istituzionale era un
convinto sostenitore della democrazia diretta e del mandato
imperativo”. (ANSA).
Fonte Ansa.it