Dove ho lasciato le chiavi dell’auto? Che cosa ha detto il mio collega durante la riunione di ieri? Dove avevo visto quella ricetta così sfiziosa? Domande che, insieme ad altre simili, ci accompagnano nelle nostre giornate, spesso restando senza risposta. Ma le cose potrebbero presto cambiare. Facebook, anzi Meta, sta lavorando a un sistema di intelligenza artificiale in grado di memorizzare, e poi rielaborare, tutto ciò che vediamo, diciamo o facciamo nel corso della nostra giornata – e creare così uno sconfinato archivio di dati che renderà di fatto impossibile dimenticare qualcosa e che renderà ogni aspetto della nostra vita fruibile ai sistemi di intelligenza artificiale.
A raccontarlo è la stessa ex Facebook Company, qualche giorno fa, presentando Ego4D.
Intelligente come… noi. Si tratta di un progetto dall’orizzonte temporale piuttosto lungo che ha come obiettivo quello di addestrare un nuovo tipo di intelligenza artificiale affinché sia capace di vedere e sentire il mondo in prima persona, proprio come facciamo noi. I sistemi di AI sviluppati fino ad oggi vengono addestrati utilizzando foto o video, cioè immagini e suoni del passato, selezionati a seconda della necessità. Meta vuole fare un passo in avanti, rendendo l’intelligenza artificiale capace di interagire con il mondo esterno in tempo reale, applicando le proprie capacità a quello che succede nel “qui e ora”, proprio come fa il cervello di un essere vivente che percepisce gli stimoli e reagisce di conseguenza.
Assistente utile. Secondo gli ingegneri di Meta questa nuova generazione di intelligenze elettroniche sarà la tecnologia abilitante per la realtà aumentata del futuro. Potrà essere impiegata in smartphone e visori in grado di interagire con l’utilizzatore in modi oggi inarrivabili per l’AI convenzionale. Per esempio ricordandoci che abbiamo già salato l’acqua della pasta, che ci siamo dimenticati di prendere le medicine della sera o che stiamo lasciando il bancomat dentro allo sportello dopo aver prelevato.
Ma un sistema del genere, per poter funzionare, deve poter seguire e osservare l’utilizzatore 24 ore su 24 nel corso della giornata: un primo passo in questa direzione Meta lo ha già fatto, sviluppando insieme a Ray-Ban i suoi occhiali smart. Per ora si tratta di occhiali dotati di fotocamera e microfono che possono scattare foto e realizzare video ma, insieme ad altri dispositivi simili, potrebbero diventare il cuore del progetto Ego4D.
Questione di privacy. Il progetto è portato avanti da Meta insieme a 13 istituti universitari ed è il primo nel suo genere. Ad oggi è già stato creato un primo dataset che raccoglie oltre 3.200 ore di quotidianità di 855 volontari in 9 diversi paesi e che sarà reso disponibile a tutti coloro che vorranno partecipare allo sviluppo di applicazioni di nuova generazione come palestra per l’addestramento dei sistemi di AI.
Questo nuovo approccio all’intelligenza artificiale ha ovviamente sollevato numerosi dubbi in merito alla privacy: secondo quanto riportato da TheVerge.com, un portavoce di Facebook interpellato sul tema ha spiegato che la tutela dei dati e delle informazioni sarà prima di tutto responsabilità degli sviluppatori delle nuove app, che dovranno far sì che i loro prodotti e le loro tecnologie richiedano agli utenti tutti i permessi necessari.
Fonte Focus.it