(ANSA) – MILANO, 11 NOV – Nei giorni della Cop26 sono
inclusione, green, mobilità e smart city i termini che
disegneranno l’Italia del 2030, secondo i giovani italiani.
Scenari emersi dalla ricerca “Next Gen 2030” di BNP Paribas
Cardif, che ha coinvolto 1.000 ragazzi tra i 15 e i 30 anni. Per
il 35% di loro, tra meno di un decennio vivremo relazioni più
eque, con minori discriminazioni di genere (35%) – se non
addirittura con una ridefinizione del concetto stesso di genere
(21%) – in cui l’aspetto fisico non sarà più un fattore sociale
importante (32%). I giovani si aspettano città più a misura
d’uomo, soprattutto per quella fetta di popolazione con esigenze
specifiche, come le mamme, gli anziani e i disabili (33%).
Ambienti rinnovati, dove i cestini intelligenti prenderanno il
posto dei cassonetti dei rifiuti, per separare autonomamente gli
scarti (33%), e spazi di aggregazione entro cui condividere
interessi comuni (32%). Una smart city che possa sbloccare il
potenziale di una nuova mobilità: il 36% dei ragazzi immagina
semafori intelligenti che si attivano e disattivano in base al
traffico e gestiti direttamente dall’intelligenza artificiale
(24%). In tema di sostenibilità, le nuove generazioni attendono la scoperta di nuove tecniche che permettano di riciclare e
riutilizzare i prodotti (41%), anche se non mancano i pessimisti
che prevedono un peggioramento del riscaldamento globale e
dell’inquinamento (31%), controbilanciati da chi crede che
useremo più dispositivi ricondizionati (29%) e fonti di energia
solo rinnovabili (19%). La tecnologia è vista come opportunità
ma anche fonte di rischio: per il 43% degli intervistati, nel
2030 avremo ancora problemi legati ai furti di identità digitale
e possibili danni provocati dal malfunzionamento delle auto a
guida autonoma (32%), oltre alla paura di nuove pandemie (27%),
con il consolidarsi di forme di prevenzione create apposta per
affrontare tali criticità. (ANSA).
Fonte Ansa.it