(ANSA) – ROMA, 11 NOV – È di 1,46 miliardi di euro il volume
d’affari che l’industria dell’arte genera in Italia, con un
impatto complessivo economico sul Paese di 3,78 miliardi di
indotto. Il comparto da lavoro a circa 36 mila addetti
nell’intera filiera produttiva. E sul piano europeo, l’Italia
rappresenta il 2% del mercato rispetto alle vendite a valore
delle opere d’arte, quota che sale al 6% con l’uscita di UK
dall’Ue, con circa 4 mila tra gallerie d’arte moderna e
contemporanea, antiquari e case d’asta.
A raccontarlo la ricerca “Arte: Il valore dell’industry in
Italia”, la prima con focus sul settore, realizzata
dall’Osservatorio Nomisma, promossa dal Gruppo Apollo, con la
collaborazione di Intesa Sanpaolo, e illustrata alla presenza
del ministro della cultura Dario Franceschini. Per ogni euro di
giro d’affari nel mercato dell’arte in Italia, si legge nel
Rapporto, se ne generano complessivamente 2,60. Nel 2019, il
fatturato di case d’asta, gallerie, antiquari e mercanti d’arte
ha raggiunto quota 1,04 miliardi di euro, cui si aggiungono 420
milioni di euro derivanti da logistica, pubblicazioni,
assicurazioni, fiere, istruzione e restauratori. Se lockdown e chiusure hanno ovviamente segnato le imprese
del settore (nel 2021 il 40% ha avuto bisogno di credito per
proseguire l’attività), a essere colpiti sono soprattutto la
logistica dell’arte (segmento da 70 milioni di euro nel 2019 che
nel 2020 ha sofferto un crollo del 70%-90%) e delle fiere, il
cui indotto diretto contava in 68,1 milioni di euro nell’era
pre-Covid (con Mercanteinfiera – Parma che da sola
complessivamente contribuisce per 25,6 milioni di euro). (ANSA).
Fonte Ansa.it