(ANSA) – IL CAIRO, 11 NOV – Un volontario italiano, Alberto
Livoni, si trova da sabato scorso in stato di fermo in Etiopia,
in un commissariato della capitale. Sta bene, è in contatto con
le autorità consolari e si spera nella sua scarcerazione.
L’operatore umanitario emiliano è finito nella rete tesa
dalle autorità etiopi ad ogni possibile “quinta colonna” del
temuto assedio tigrino di Addis Abeba.
Il 65enne è Coordinatore per l’Etiopia del “Vis”
(Volontariato internazionale per lo sviluppo), una ong che
affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione
professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del
Tigrè.
Il fermo di Livoni è stato compiuto da forze di sicurezza
nella sua abitazione ad Addis Abeba dopo un’irruzione e assieme
a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del
Vis. Le autorità etiopi vogliono accertare perché il dirigente
italiano avrebbe ceduto circa 20 mila dollari a una persona:
anche se non è stata formalizzata alcuna accusa, gli inquirenti
etiopi sospettano che i fondi siano serviti ad aiutare i
miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Fplt)
lanciati ora alla conquista della capitale, e non solo profughi.
(ANSA).
Fonte Ansa.it