Erica Cloud è il secondo dipendente di Tesla nel giro di un mese ad avviare una causa contro il colosso dell’automotive per presunte molestie sessuali. A fine novembre, Jessica Barraza aveva mosso le sue accuse all’azienda, rea di aver sempre chiuso un occhio sul cosiddetto “catcalling” di cui sarebbe stata vittima, commenti e gesti indesiderati, avvenuti “ogni giorno per tre anni”.
Come riportato da Reuters, Cloud è una delle operaie alla catena di montaggio di Tesla in California. Qui, la donna ha contattato la Corte Superiore della contea di Alameda, sostenendo di aver subito molestie sessuali “continue e pervasive” in fabbrica. Nella causa, Cloud afferma che il suo manager l’ha spesso “abbracciata e massaggiata”, oltre ad essere stata oggetto di osservazioni volgari e sessuali da parte dei superiori. L’impiegata accusa inoltre Tesla di non fare abbastanza per affrontare possibili molestie sessuali sul posto di lavoro. La denuncia presso le autorità è arrivata dopo un primo colloquio con il reparto delle risorse umane di Tesla, a cui la compagnia non pare aver dato seguito. A ottobre, il colosso guidato da Elon Musk, è stato condannato al pagamento di 137 milioni di dollari in relazione ad un altro incidente nella sua fabbrica di Fremont. Owen Diaz, un ex operatore di colore, ha affermato di aver subito molestie e discriminazioni razziali.
I dipendenti di Tesla hanno proposto un’azione legale collettiva contro il datore, per monitorare gli episodi di razzismo nelle principali sedi statunitensi.
Fonte Ansa.it