Il mondo dei social network è in costante cambiamento. Gli interessi delle community che li popolano evolvono rapidamente, creando trend che hanno sì il potere di imporsi al di fuori dei confini virtuali ma che sono soggetti a cambiamenti talmente veloci che solo i più attenti riescono a tenere costantemente sotto controllo. A spingere sul tasto dell’acceleratore delle mode del momento, cavalcando i filoni più in voga o creando da zero nuove correnti che sanno come coinvolgere il popolo del web, sono gli influencer.
Capaci di smuovere le masse e di influenzare (proprio da qui deriva il nome) le scelte degli iscritti ai social di tutte le età, hanno imparato a anche mostrare una forte abilità nel sapersi adattare ai gusti mutevoli dei propri followers, in un delicato gioco di equilibri che richiede tempo e dedizione.
Veri trend setter naturali, gli influencer sono riusciti a ritagliarsi un posto di riguardo nel cuore di molti iscritti alle principali piattaforme, e soprattutto dei brand.
Le aziende più lungimiranti che hanno compreso il potere crescente degli influncer lo hano sfruttato in modo sapiente per veicolare il proprio business. Basta sfogliare le pagine di Instagram, uno dei social in cui questa figura va per la maggiore, per capire il modo in cui il marketing ha imparato negli anni a viaggiare sulla loro onda. L’influencer non aiuta solamente a vendere il prodotto: ci sono casi in cui è l’influencer a diventare il prodotto stesso. Non è più volto di questo o quell’altro marchio attraverso gli strumenti digitali, ma un vero e proprio brand in carne ed ossa; si tratta certamente di una piccola fetta, ma perfetta per rappresentare l’élite di quelli che “ce l’hanno fatta” a imporsi nel ruolo di punta di diamante, sfruttando un mezzo potente e vasto come quello dei social.
Influencer sui social: da macro a micro
Un ambiente come quello degli influencer fa gola a parecchi. Perciò, a distanza di qualche anno dalla loro comparsa, l’ambiente è diventato completamente saturo. Dopo aver dato a molti la possibilità di emergere, ha creato un surplus di presenze che a lungo andare ha iniziato a far scemare il fascino che all’inizio circondava questi “super account” dei social, oltre a creare un distacco tra le due parti del display.
Se l’influencer è quello che fa sport ogni giorno per mantenere il fisico da superstar, viaggia esclusivamente in prima classe e si fa fotografare settimana dopo settimana in una diversa meta da sogno, il microinfluencer si mostra in un quotidiano molto più simile a quello dell’utente medio senza lo sfondo da rivista patinata, gioca con la spontaneità e fa passare i consigli di marketing come un disinteressato “provato per voi”.
Il microinfluencer, a differenza della versione “macro” (le stelle del web), ha una schiera di follower più ristretta, opta per nicchie di mercato e si avvicina di più a quello che potrebbe essere un utente esperto (ma non è necessario che lo sia davvero). A rimanere fuori è quella parte corposa di aura “vip” che, invece, circonda le figure di spicco nate sul web. Certo, non vuol dire che tutti possono trasformarsi in microinfluencer ma, di sicuro, con buone capacità e padronanza del mezzo le opportunità crescono esponenzialmente.
Da influencer a genuinfluencer: il potere dell’informazione
C’è poi tutta un’altra corrente che sta prendendo piede in rete. Sono i genuinfluencer, ovvero quegli influencer “genuini” che, invece di votarsi al marketing, hanno scelto di utilizzare la propria immagine per diffondere informazioni e dare al proprio pubblico degli spunti di riflessione sui temi più disparati. Altro che resort a Dubai e macchine sportive: il genuinfluencer offre la propria voce per veicolare un messaggio sociale. Similmente a una finestra su un argomento di interesse comune, questa particolare figura riesce a stuzzicare la curiosità verso l’approfondimento informativo, non il prodotto da acquistare.
Anche in questo caso, in cima al fenomeno dei genuinfluencer c’è un approccio che mette in disparte gli eccessi da influencer di successo per ritornare a una dimensione più contenuta.
Non ci sono solo volti noti ma soprattutto persone comuni che hanno deciso di condividere con gli altri la loro visione su argomenti di attualità quali salute mentale, diritti LGBTQIA+, Black Live Matters, pandemia Covid e cambiamento climatico per citarne alcuni. Ulteriore punto di forza è l’autenticità, un aspetto che premia e che pone tali figure in risalto rispetto alla controparte votata al business. Sono sempre aggiornati sul proprio tema cardine, utilizzano terminologie corrette ed evitano passi falsi capaci di metterli in cattiva luce nei confronti di un pubblico altrettanto informato.
Il gruppo è popolato da persone di tutte le età anche se è la generazione Z quella che meglio si esprime in tali termini e maggiormente preme in questa direzione. I più giovani cercano trasparenza nel rapporto con l’influencer, il quale non deve nascondersi dietro oscuri legami contrattuali e immagini di facciata che poco rispecchiano la vita reale e la condizione dei propri follower. Niente più “adorazione” ma connessioni reali, in una relazione che poggia su basi solide e non costruite a tavolino.
Influencer sui social: e se fossero troppi?
In ogni grande famiglia ci sono le voci fuori dal coro. C’è chi cerca sui social network delle figure di riferimento da seguire per i più disparati motivi e chi, invece, è stanco di sentirsi quotidianamente tartassato da promozioni mascherate da suggerimenti disinteressati e dal bombardamento mediatico. Insomma, ci sono persone che vorrebbero ritrovare nei social quel ruolo di passatempo spensierato in cui tuffarsi per staccare dalla realtà.
Ecco perché alcuni decidono di silenziare (cioè oscurare la visualizzazione in timeline di post e le stories altrui) determinati contatti, senza per questo smettere di seguirli del tutto.
Resta l’amicizia, vero, ma senza quella necessità morbosa di dover essere aggiornato sugli aspetti della vita del prossimo. Stress, obiettivi irraggiungibili, volontà di mettere dei paletti ed evitare di apparire troppo interessati: le ragioni non mancano alla conta di chi opta per la scelta di togliere la voce a chi sui social sfoggia ogni lato della propria quotidianità. Che il mondo degli influencer “tradizionali” sia destinato a scomparire? Probabilmente no, ma di certo, la rivoluzione è già in atto.
Fonte Fastweb.it