Paolo Taviani, il respiro di Vittorio sempre con me

(ANSA) – ROMA, 15 FEB – “Siamo cresciuti insieme io e
Vittorio e sempre lavorando. Così sento ancora dietro di me il
suo fiato. Anche a lui piaceva molto il set e mi ricordo ci
litigavamo le scene, quando toccava a me e avevo finito di
girare cercavo la sua approvazione e confesso l’ho fatto anche
adesso in questo primo film senza di lui”. Così Paolo Taviani a
Berlino racconta, con emozione, il suo primo film senza il
fratello, LEONORA ADDIO, in concorso alla Berlinale e in sala
dal 17 febbraio con 01.
    In grande forma, nonostante i 90 anni, parla dalla sua suite
in albergo e racconta del film e del fratello con grande
leggerezza. “Mai in un film ho avuto intenzione di dimostrare
qualcosa”, premette. Nel caso del funerale di Pirandello e della
sorte delle sue ceneri, dice, “era una storia pazzesca che
sembrava essere stata scritta da lui, sembrava una sua novella e
mi ci sono tuffato dentro. In realtà questo film avrebbe dovuto
essere un altro episodio di KAOS, ma nel 1985 i soldi erano
finiti e non se ne fece nulla”.
    In questo avventuroso viaggio delle ceneri di Pirandello, da
Roma ad Agrigento a quindici anni dalla sua morte, ceneri
accompagnate da un diligente funzionario statale (Fabrizio
Ferracane), troviamo tutta una ricostruzione da parte del
regista di quegli anni, prima attraverso il volo in aereo,
abortito per superstizione del pilota, e poi in un affollato
treno con viaggiatori di tutti i tipi. “Qui ho utilizzato il
grandissimo materiale di repertorio disponibile, ma non mi ci
riconoscevo mentre questo accadeva con il cinema neorealista di
cui mi sono nutrito. Vittorio ed io abbiamo sempre considerato
quel periodo cinematografico importante quanto il Rinascimento e
credo ci sia più verità nei film neorealisti che in qualsiasi
materiale d’archivio. L’Italia è questa: Rinascimento,
Neorealismo e melodramma. E grandi suoi personaggi sono:
Vittorio De Sica, Visconti, Rossellini e Lizzani”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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