Zip2, PayPal, SpaceX, Tesla, SolarCity. Leggendo questa lista si può intuire che Elon Musk è un tipo piuttosto attivo. Classe ’71, può vantare un curriculum da fare invidia a qualunque ingegnere e dirigente della Silicon Valley e, soprattutto, sembra possedere un tocco da Re Mida: qualsiasi cosa tocca, la trasforma in oro. Che si tratti di una società di servizi su Internet, del più innovativo sistema di pagamento elettronico – PayPal – o di un auto elettrica, l’ingegnere e imprenditore sudafricano sembra capace di trasformare anche la più insana delle idee in un successo di portata mondiale.
Gli inizi
La carriera da imprenditore di Musk inizia due giorni dopo aver conseguito la sua laurea a Stanford: era il 1995 quando insieme al fratello decide di dare vita a Zip2, un provider di contenuti online. Passa qualche anno e i due vendono l’intera società a Compaq per l’incredibile cifra di 370 milioni di dollari. Con la sua parte di ricavato, Musk decide di buttarsi nel campo dei pagamenti elettronici e, anche in questo caso, ci prende.
PayPal
PayPal nasce nel 2000 a seguito della fusione tra X.com (società di servizi finanziari online fondata dallo stesso Musk) e Confinity (società fondata da Max Levchin e altri tre giovani ingegneri informatici attiva nel settore dei pagamenti e della crittografia, tra cui Reid Hoffman). PayPal si contraddistinse immediatamente per l’alto livello di affidabilità e sicurezza che offriva ai suoi clienti. Fu la prima società del settore a proteggere i pagamenti grazie al sistema CAPTCHA, cosa che le conferiva un notevole vantaggio rispetto ai diretti concorrenti.
Ebay, nel frattempo, monitorava da vicino la situazione e, vista la crescente quantità di denaro gestita da PayPal, decise di entrare in campo con un’offerta piuttosto allettante.
Nel 2002 le due parti giunsero a un accordo storico (per l’epoca): il sito di aste più famoso al mondo portava a casa il sistema di pagamento più famoso e affidabile al mondo per la cifra monstre di 1.5 miliardi di dollari. Con un ingente patrimonio alle spalle, Musk decise di mettere la parola fine (o quasi) al capitolo legato all’informatica e a Internet. Erano – e sono – delle realtà fin troppo limitate per un uomo dotato di immensa fantasia e voglia di fare come Musk.
SpaceX
Dato che la sua ambizione è senza confini, Musk ha pensato bene di distrarsi un po’ dedicandosi a quello che era il suo sogno da bambino: creare una compagnia spaziale. Così, nemmeno il tempo di liberare la scrivania a Paypal, e nel 2002 Musk fonda SpaceX, prima società privata a lanciare nello spazio un vettore a carburante liquido. Ma i successi non si fermano qui. Nel 2008, infatti, la NASA ha sottoscritto con la compagnia di Elon un contratto da 1,6 miliardi di dollari per 12 viaggi cargo verso la Stazione Spaziale Internazionale (International Space Station, ISS), decidendo di delegare a SpaceX i compiti prima svolti dallo Shuttle.
Il primo di questi viaggi ha vissuto il suo momento clou il 25 maggio 2012 quando il razzo vettore Dragon, uno dei fiori all’occhiello delle officine SpaceX, ha attraccato alla ISS, divenendo così il primo mezzo spaziale privato a concludere questa manovra.
Alla NASA si sono aggiunti altri enti governativi e compagnie private interessate a lanciare in orbita satelliti commerciali e non. A marzo del 2017, invece, avviene il primo riutilizzo e atterraggio di un primo stadio di un razzo, seguito dal recupero della carena di carico e dal riutilizzo del trasporto merci. Indimenticabile, poi, è stato il lancio della Tesla Roadster spedita in un’orbita eliocentrica, accompagnata da uno dei più grandi successi di David Bowie, “Space Oddity”.
Nel marzo 2019 è iniziato il percorso per l’invio di navicelle a uso umano; il lancio in orbita numero uno è avvenuto il 30 maggio 2020 con la SpaceX Crew Dragon Demo 2 che il giorno dopo ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale. A gennaio 2021, SpaceX si attesta come la compagnia con il maggior numero di satelliti lanciati in orbita con un unico volo, andando a segnare un altro successo nel già ricco palmares di vittorie personali per il visionario Musk.
Tesla
Musk, nel frattempo, decide di lanciarsi in un’altra avventura, dedicandosi a un’altra sua grande passione: quella delle superacar. Anche in questo caso,però, vuole metterci del suo e decide che i suoi bolidi dovranno essere dotati esclusivamente di motori elettrici. Nel 2003 fonda quindi Tesla, prima casa automobilistica americana a produrre solo auto elettriche.
Gli inizi non sono dei più semplici e il progetto-Tesla rischia più volte di fallire, ma anche in questo caso la fortuna arride all’imprenditore sudafricano.
Con l’arrivo di Barack Obama, la Casa Bianca dà il via a una serie di pesanti investimenti nel settore delle auto elettriche ed è inutile dire che Elon è tra i primi a beneficiarne (nel 2010 le casse di Tesla sono state rimpinguate con finanziamenti pubblici per un totale di circa mezzo miliardo di dollari).
Nonostante i laboratori di ricerca Tesla siano stati a lungo a lavoro su diversi modelli e prototipi (come la Tesla Model X, ad esempio), il vero successore della Roadster è indubbiamente la Tesla Model 3. I dati delle vendite parlano chiaro: nel 2017 sono state consegnate 1.550 esemplari, passando a 63.150 nel 2018 con un incremento che ha toccato il 97,5%; anche il 2019+ non stato da meno, con 92.550 Model 3 consegnate chiavi in mano ad altrettanti fortunati automobilisti.
L’anno del vero boom, però, è stato il 2020 contrariamente a ogni aspettativa, visti i cali globali dovuti alla pandemia da Covid.
Ben 365.240 automobili dal prezzo di partenza di circa 35 mila dollari (che diventano più di 48mila euro in Italia) sono uscite dalle fabbriche di Tesla. L’auto elettrica di Elon Musk si inserisce di prepotenza nel segmento delle auto di lusso, già occupato da vetture importanti come la Audi A4, la Serie 3 della BMW. La Model 3, esattamente come la Model S, è equipaggiata con tutto l’hardware necessario per far funzionare il Tesla Autopilot, pilota automatico che ha il compito di migliorare la sicurezza degli occupanti dell’auto.
SolarCity
Non solo auto elettriche e vettori spaziali. Elon è stato anche impegnato, in qualità di cofondatore e presidente, nelle attività di SolarCity, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili negli Stati Uniti. Basato su un sistema di vendite porta a porta e leasing, senza costi iniziali ma con il vincolo di acquistare l’energia generata dai pannelli stessi per 20 anni dalla compagnia, SolarCity ha potuto contare su un modello di business diventato tra i più noti negli Stati Uniti rendendola tra le più utilizzate del Paese.
Con le gioie, però, sono giunti anche i dolori: l’acquisizione da parte di Tesla, nel 2016, è arrivata insieme a un debito da 1,5 miliardi di dollari, con tanto di causa intentata al tycoon dagli arrabbiatissimi azionisti della casa automobilistica.
Hyperloop
Nell’agosto 2013 Musk toglie i veli dall’ennesimo progetto innovativo e rivoluzionario: realizzare un treno passeggeri a levitazione magnetica in grado di superare la velocità del suono e viaggiare a oltre 1.000 chilometri orari. Hyperloop – questo il nome del progetto – nasce per collegare le città di San Francisco e Los Angeles in meno di un’ora. Con il passare degli anni molti altri consorzi di costruzione si sono avvicinati al progetto Hyperloop. L’obiettivo è quello di realizzare una linea ferroviaria ultraveloce negli Stati Uniti, ma i piani sono slittati in avanti superando il termine stabilito nel 2020 (circa).
Anche il ministero dei Trasporti slovacco e Hyperloop Transportation Technologies hanno trovato un accordo per realizzare una ferrovia supersonica che colleghi tra loro Budapest, Bratislava e Vienna. Secondo i piani di lavoro il treno sarebbe dovuto entrare in funzione entro il 2017, ma il progetto è in fase di stallo.
Intanto, a maggio 2017, è stato effettuato il primo test su scala reale da Hyperloop One, con tanto di propulsione, levitazione, strutture complete e percorso sotto vuoto.
A luglio dello stesso anno, la società ha mostrato le immagini del suo primo prototipo di pod, la navicella che ospiterà in futuro i viaggiatori. È invece datato ottobre 2017 il cambiamento di nome in Virgin Hyperloop, grazie al cospicuo investimento da parte del fondatore di Virgin Group Richard Branson. Anche in Italia arriverà il treno superveloce di Musk. A giugno 2021 lo studio Zaha Hadid Architects, in collaborazione con Hyperloop Italia, ha preso in carico il progetto di realizzazione di una linea che entro il 2030 dovrebbe essere capace di trasportare i passeggeri *a Milano all’aeroporto di Malpensa.
OpenAI
Nel dicembre 2015 arriva OpenAI, fondazione no profit che vuole portare avanti ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è quello di creare un’IA “generale” che porti benefici all’intera umanità e controbilanci il potere delle grandi corporation che potrebbero trarre molti vantaggi e poteri dall’uso esclusivo dell’intelligenza artificiale.
A luglio 2020, OpenAI ha lanciato GPT-3, modello di linguaggio per AI che ha creato un grande interesse nel settore, aprendo la porte a una futuristica visione di computer in grado di scrivere notizie, poesie, programmazione e molto altro.
Purtroppo, però, il risultato ha prodotto una IA di stampo boccaccesco, particolarmente avvezza all’uso di un gergo scurrile e razzista. Solo a giugno del 2021 è emersa la notizia di uno studio riguardante l’introduzione di strumenti che forgiano il tono e la personalità dei modelli in base alle esigenze introdotte nel modello.
Neuralink
Si tratta di un’interfaccia neurale impiantata nel cervello, prodotta dalla Neuralink Corporation fondata sempre da Musk. Nata del 2016, ha ricevuto nel 2019 un finanziamento di 158 milioni di dollari per sostenere gli studi di neuroscienziati di alto profilo provenienti da differenti università.
Ad aprile 2021, la compagnia ha mostrato al mondo intero una scimmia che, collegata a un sistema di micro elettrodi impiantati direttamente nel cervello e scariche di impulsi neurali, ha potuto giocare una partita dello storico videogame “Pong” senza muovere un dito. Non sono mancate le critiche, nulla però di insormontabile per un ritrovato tecnologico come quello di Neuralink per papà Musk.
Funerale marziano
E mentre il resto del mondo pensa a programmare il proprio futuro a breve/medio termine, Musk pensa già al suo funerale. A voler essere più precisi, pensa al luogo in cui si dovrà svolgere. Il papà di PayPal desidera morire su Marte e vuole che le sue spoglie siano seppellite sul Pianeta Rosso. “Non ci tengo – speifica Musk – a morire in fase di atterraggio, ma dopo averci passato una parte della mia vita“.
Musk progetta di poter toccare il suolo marziano con uno dei razzi prodotti dalla sua SpaceX nel giro di due decenni al massimo.
Secondo le sue più rosee previsioni, gli uomini saranno in grado di raggiungere il quarto pianeta del Sistema Solare in un solo decennio, ma se ci dovessero essere degli intoppi in fase di progettazione del razzo vettore e nella costruzione di tutti i mezzi necessari, allora il lasso temporale potrebbe anche raddoppiare.Comunque vada, sembra proprio che lui voglia essere uno dei primi a trasferirsi sul suolo di Marte, costruendosi una bella villa con vista sulla Terra.
Fonte Fastweb.it