(ANSA) – ROMA, 19 MAR – “Le sanzioni non sono una nostra
scelta. Non vorremmo che la logica del ministro dell’Economia
francese Bruno Le Maire, che ha dichiarato la “totale guerra
finanziaria ed economica” alla Russia, trovasse seguaci in
Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze
irreversibili”. E’ quanto ha affermato all’agenzia Ria Novosti
Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del
ministero degli Esteri russo. “Ci aspettiamo che a Roma, come in
altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli
interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e
rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.
“E’ deprimente che ora – sostiene -, sullo sfondo
dell’isteria anti-russa, le autorità italiane abbiano
improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi
bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la
ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti,
l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo
capitale accumulato di fiducia reciproca e si unisca alla
frenetica campagna russofobica. Ci aspettiamo che a Roma, come
in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli
interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e
rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.
Alla domanda se la Russia interromperà la fornitura di
idrocarburi all’Italia in risposta alle sanzioni occidentali,
Paramonov è cauto: “La questione (…) è in fase di elaborazione
da parte del governo della Federazione russa. Mosca non ha mai
utilizzato le esportazioni di energia come strumento di
pressione politica. Le compagnie energetiche russe hanno sempre
adempiuto pienamente ai loro obblighi. Continuano a farlo anche
adesso. Sappiamo che c’è molta preoccupazione per il futuro di
queste consegne. Tenuto conto della significativa dipendenza di
Roma dagli idrocarburi russi, che raggiungono il 40-45%, il
rifiuto dei meccanismi affidabili di trasporto dei vettori
energetici sviluppatisi in molti decenni avrebbe conseguenze
estremamente negative per l’economia italiana e per tutti gli
italiani”. (ANSA).
Fonte Ansa.it