(ANSA) – ROMA, 13 APR – I genitori di un adolescente del
Wisconsin hanno fatto causa a Meta e Snap affermando che loro
figlio si è suicidato dopo essere diventato un utente compulsivo
dei social media, ed è stato tenuto agganciato alle app da
algoritmi deliberatamente progettati per promuoverne un uso
eccessivo. Christopher James Dawley si è tolto la vita nel
gennaio 2014, un mese prima del suo 17esimo compleanno: era uno
studente modello, sportivo e amante delle attivita’ all’aria
aperta, ma era diventato talmente ossessionato dai social media
che spesso rimaneva su Instagram sino alle tre di notte. Nella
causa si afferma che “né Meta né Snap hanno avvertito gli utenti
o i loro genitori degli effetti di dipendenza e mentalmente
dannosi che l’uso dei loro prodotti causava tra gli utenti
minori”. “CJ non ha mai mostrato segni di depressione o problemi
mentali – ha detto la madre, Donna Dawley – ma e’ diventato
dipendente dai social, mostrando progressivamente sintomi di
mancanza di sonno, e ossessione con l’immagine del suo corpo”.
All’inizio del 2014 ha scritto su Facebook “chi ha spento la
luce?”, poi ha preso un fucile calibro 22 in una mano, lo
smartphone nell’altra e si e’ sparato. Ne’ Meta ne’ Snap hanno
commentato le accuse. (ANSA).
Fonte Ansa.it