Il mining è una delle attività più remunerative legate al mondo della valuta digitale. Il termine “mining” fa riferimento all’attività di estrazione, ovvero a quell’insieme di processi che portano alla creazione dei token.
Per imparare come funziona il mining non è sufficiente conoscere il mondo di Bitcoin, Ethereum e soci. Al contrario, è necessario avere competenze informatiche di un certo livello e, soprattutto, potere ricorrere a computer con CPU, GPU e RAM di prim’ordine.
Cos’è il mining
Moltissimi utenti della rete hanno tentato la strada del mining per guadagnare rapidamente, scoprendo invece che generare criptovalute è un’operazione tutt’altro che facile.
Prima di entrare nel settore è necessario conoscere diversi passaggi e termini tecnici. Prima di capire come funziona il mining, occorre innanzitutto capire cos’è il mining: quale è il senso di questa parola inglese e quali sono le operazioni collegate ad essa.
Ebbene, il verbo “to mine” può venire tradotto in italiano con “estrarre”, anche se, in gergo, spesso viene tradotto con “minare”. Da un punto di vista concettuale infatti, il mining delle criptovalute non è poi così diverso dall’estrazione di minerali preziosi.
Detto questo, il miner digitale per lavorare non si può certo accontentare di un piccone. Al contrario, ha bisogno di componenti software e hardware di altissimo livello.
Il mining di Bitcoin, Ethereum e soci infatti viene fatto attraverso la creazione di nuovi blocchi all’interno della blockchain che funge da database alla criptovaluta in questione.
Il miner dunque contribuisce all’espansione della blockchain, investendo sia in termini di corrente elettrica che di potenza di calcolo. Una spesa che viene ripagata da ricompense che consistono in percentuali delle criptovalute minate.
Come fare il mining
Per creare criptomoneta, si deve scaricare un software che si colleghial network della criptovaluta, scarichi la blockchain e, con essa, nuovi blocchi crittografici da decifrare.
Uno dei software più apprezzati dagli utenti Windows è GUIMiner, che sfrutta la potenza di calcolo della scheda video del PC per creare Bitcoin. In alternativa, si può optare per BFGminer, compatibile anche con sistemi Linux, o CGminer.
Quelli appena nominati non sono che tre dei tanti software per creare Bitcoin disponibili online: ognuno di questi ha i suoi pro e i suoi contro e la scelta dipende molto dalle esigenze personali e da come si intende generare Bitcoin.
Il primo step per fare mining consiste nel collegarsi al network della criptovaluta, scaricando i blocchi crittografici da decifrare.
A ciò si aggiunga che esistono diversi programmi di mining al di là del celebre BTC. Si pensi, in tal senso, a software mining dedicati alla crypto Ethereum, come ad esempio CGMiner, T-rex o ETHminer.
Individuato il programma più adatto alle proprie esigenze, i passaggi da portare avanti non sono poi così diversi. Una volta scelto il miner, si dovrà configurare il software, in modo che le fatiche del proprio lavoro finiscano nel giusto wallet e nell’address prescelto.
In fase di installazione del portafoglio per criptovalute, verranno forniti dei dati che aiuteranno a identificarlo univocamente: dati che dovrebbero sempre essere salvati in un posto sicuro.
Terminata la configurazione del wallet e del miner si avvia il download del primo blocco e si attende che le operazioni di calcolo crittografico siano completate.
Hardware necessario: scheda madre, scheda grafica, refrigerazione
Nel capoverso precedente si è accennato ad alcuni tra software da utilizzare per imparare come fare il mining criptovalute: quelle operazioni che permettono di estrarre Bitcoin, Ethereum ecc.
Questi software per funzionare correttamente hanno bisogno di computer altamente performanti. Si tratta di programmi che mettono a dura prova la resistenza del computer, sia in termini di CPU/GPU che di RAM.
Un hardware considerato altamente performante è l’Asrock h110 Pro BTC+: una componente che supporta la bellezza di 13 schede grafiche parallele e che permette l’accensione on board.
Assolutamente consigliata anche la scheda madre ASUS Prime Z390: un elemento hardware tutto sommato semplice da reperire, che però presenta diversi vantaggi. Il primo è la possibilità di accedere rapidamente al disco utilizzando lo storage M.2.
Il secondo vantaggio è il controllo di tutte le azioni delle singole ventole: un aspetto importantissimo quando si parla di mining. Questo genere di attività infatti tende a surriscaldare persino i computer più potenti.
Per restare in tema ventole e raffreddamento, vale poi la pena di citare la EZDY-FAB 110mm: una ventola di raffreddamento caratterizzata da un ottimo rapporto tra qualità, prezzo e dimensioni.
Quali criptovalute minare
Gli utenti meno esperti potrebbero essere tentati dall’idea di iniziare subito con il mining di criptovalute di successo: una su tutte Bitcoin, la crypto più famosa di tutti i tempi.
Il mining di una valuta digitale così nota presenta però diversi elementi critici. Uno su tutti la potenza di calcolo necessaria. Le capacità richieste a CPU e GPU crescono infatti con il crescere della blockchain.
Allo stesso modo però le ricompense tendono a diminuire. Soprattutto nel caso di Bitcoin, che ha da sempre dichiarato un numero massimo di 21 miliardi token, oltre i quali sarà impossibile estrarre.
Ecco perché diversi esperti di programmazione ritengono più conveniente fare mining con criptovalute emergenti. Una possibilità che presenta due vantaggi diametralmente opposti alle criticità di cui sopra.
Innanzitutto, le blockchain che fanno da database alle valute più recenti richiedono una potenza di calcolo e, di conseguenza, dei costi inferiori. Dopodiché queste crypto sono ancora molto lontane dal raggiungimento dei limiti di emissione.
In conclusione, facendo mining con blockchain emergenti non solo si tende a spendere di meno, ma c’è anche la possibilità di ottenere ricompense mediamente più elevate.
Per saperne di più: Cosa sono le criptovalute
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Fonte Fastweb.it