Senza nemmeno rendersene conto, quasi tutti hanno visto un lungo in stop motion almeno una volta nella vita. Che siano stati i cartoni classici della Disney o grandi classici del cinema, tutti hanno potuto apprezzare la bellezza e la maestria di questo fantastico e paziente metodo di ripresa. Paziente perché, anche se davanti allo schermo quasi nessuno è capace di accorgersene, dietro le quinte c’è stato un grandissimo lavoro di montaggio per ottenere il video che si sta guardando.
Stop motion: cos’è e come funziona
Gli appassionati di video editing conoscono molte tecniche per rendere i filmati accattivanti, divertenti e suggestivi. Lo stop motion è una tecnica di animazione capace di creare un filmato partendo da una serie di scatti. I soggetti degli scatti sono solitamente oggetti inanimati o persone in posa. Lo scopo è spostare i soggetti di qualche millimetro in ogni scatto per poter dare, attraverso il montaggio delle fotografie, l’idea del movimento.
Nonostante i soggetti siano rimasti fermi per tutta la durata dell’esposizione.
In una logica di progressione, i protagonisti del futuro video verranno spostati esattamente come se volessero compiere un’azione, mentre con la macchina fotografica si immortaleranno tutti i minimi spostamenti e movimenti che andranno a creare l’azione finale.
Prima del montaggio il video è composto solamente da una serie di immagini statiche. Nonostante il procedimento finale sia lo stesso, a differenza dello stop motion con cui si vanno a creare i cartoni animati, qui i frame del video non saranno bozzetti, ma fotografie di oggetti reali. Proprio grazie a questo espediente il risultato finale sarà divertente e imprevisto agli occhi dello spettatore.
Le tecniche di stop motion
La tecnica di stop motion è solo una macro categoria: esistono diversi modi di applicarla, in base alle diverse norme da seguire e ai soggetti e materiali che vengono utilizzati.
La prima tecnica è il cosiddetto Claymation, che è l’abbreviazione di ClayAnimation. Questa tipologia prevede l’utilizzo di pupazzi di plastilina come soggetti inanimati del video in stop motion. Per avere in mente un esempio di questa tecnica, basta pensare a Pingu, il famoso cartone con protagonista un pinguino dalla parlata particolare.
Se invece si cambia angolatura e la ripresa viene effettuata dall’alto, si otterrà un Cutout. In questa tipologia di video vengono spesso utilizzati ritagli di giornale, vestiti o altri oggetti che formano quasi un collage capace di muoversi.
Se il soggetto saranno oggetti reali, si parlerà di Object Animation. Un esempio lampante di questa tipologia è l’omonimo film del famoso brand danese, Lego Movie. mentre se si utilizzano bambole, pupazzi, marionette o modellini, si sarà davanti ad una Puppet Animation. In quest’ultimo caso la scena sarà spesso formata da un set costruito ad hoc dai creatori del video.
Si trovano animazioni di questo tipo in moltissimi film famosi, da Nightmare Before Christmas alla Sposa Cadavere.
È infatti la tipologia di animazione più famosa e utilizzata a livello cinematografico. Con ModelAnimation ci si riferisce invece all’animazione di pupazzi in una cornice cinematografica, ossia in un film con persone reali. Ne è un bellissimo esempio il primo film dedicato a King Kong, dove la regia ha utilizzato un pupazzo di 50 cm per realizzare un gorilla gigante.
Il senso di grandezza che gli spettatori hanno vissuto è stato reso possibile grazie ai piccoli plastici della città di New York e della giungla all’interno dei quali veniva fatto muovere il pupazzo in stop motion. Infine, la Pixilation è l’animazione di persone in carne ed ossa che interagiscono con oggetti reali in un determinato ambiente.
Il risultato è un movimento stilizzato anche nei panni dell’essere umano, che risulta buffo e comico allo stesso tempo, simile appunto ad un cartone animato. Inoltre, con questa tecnica si possono creare effetti magici senza l’ausilio di tecniche avanzate: il soggetto può scomparire, riapparire e volare grazie solo ad una macchina fotografica.
Stop motion: le applicazioni
Dal mondo cinematografico ai video pubblicitari, la tecnica dello stop motion è utilizzata in moltissimi ambiti. Come si è visto prima, dietro tanti film d’animazione si nasconde questa tecnica. Galline in fuga, King Kong del 1933, Il mondo perduto, Il piccolo principe, Wallace & Gromit sono solo alcuni dei titoli più conosciuti creati con le diverse tipologie di stop motion.
Oltre al cinema, anche le aziende si sono date da fare per rendere i propri spot sempre più accattivanti, divertenti e imprevedibili. Da aziende come Amazon Kindle all’xBox o a Moleskine, sono moltissimi i marchi che hanno utilizzato questa tecnica per creare video con effetti surreali, rendere oggetti e pupazzi animati. Lo stop motion riesce ancora ad affascinare il pubblico grazie ad una tecnica vecchia di decenni che oggi regala un effetto sognante e magico.
Molte aziende hanno iniziato ad utilizzarlo per creare video aziendali che risultassero più freschi, divertenti e giovanili rispetto alle vecchie presentazioni che apparivano più statiche.
Con l’avvento dei social network lo stop motion ha preso piede anche su queste piattaforme. Sono molti i creator che hanno un profilo dedicato a video che li vede protagonisti di una serie di scatti trasformati in filmato: da Rachel Ryle ad All this she. La prima, per esempio, utilizza oggetti disegnati da lei per creare dei video in cui una tazza di caffè, un pipistrello su carta o una croce prendono vita.
La seconda, invece, diventa la protagonista di simpatiche scenette a due, da sola o con oggetti, in cui si traveste da Super Mario, da scienziata o si trova semplicemente in situazioni assurde che fanno divertire i suoi followers. A volte, riesce addirittura a coinvolgerli invitandoli a fare tap sul proprio schermo per farla muovere. Semplice e ingegnosa, la tecnica dello stop motion permette di stupire e divertire.
Per saperne di più: Cos’è il video editing
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Fonte Fastweb.it