Le soft skills sono tra le caratteristiche più richieste dalle imprese che desiderano assumere personale. Tra queste non può mancare il self empowerment, un concetto complesso che può essere tradotto con ‘potere a sé stessi’.
Possedere un alto livello di self empowerment significa avere piena consapevolezza di sé stessi, delle proprie capacità e potenzialità. Ma in cosa si traduce esattamente?
Empowerment vuol dire rafforzamento, potenziamento o aumento del potere. Quando si parla di self empowerment, non si sta facendo riferimento al potere che si esercita sugli altri, ma quello che si può esercitare su sé stessi, che ognuno ha sulle proprie azioni, suoi propri pensieri e comportamenti. Si tratta di una capacità innata in alcune persone, ma può anche essere coltivata in chi non è naturalmente predisposto.
Negli anni ’80 gli psicologi Marc Zimmerman e Julian Rappaport hanno iniziato a parlare di empowerment per raccontare una caratteristica personale di alcuni tra i loro pazienti, che aveva un’influenza positiva sulla loro psicologia.
Permetteva alle persone di essere fiduciose verso il futuro, di non essere schiave di sé stesse ma padrone della propria vita. In poche parole, gli individui bastavano a loro stessi.
Riuscire a trovare in sé stessi tutte le risorse di cui si ha bisogno per affrontare situazioni diverse era uno dei sintomi, o meglio delle conseguenze, del self empowerment.
Per arrivare a parlare di self empowerment in ambito aziendale, si è dovuto aspettare il lavoro dell’ingegnere e psicologo Massimo Bruscaglioni, che ha utilizzato per primo il termine nell’ambito del business. Sono moltissimi i vantaggi e i benefici di cui godono le aziende che hanno al loro interno persone dotate di uno spiccato self empowerment.
La capacità decisionale, la leadership, l’attitudine al team working e il miglioramento costante delle performance sono alcune delle qualità tipiche di un individuo con un alto livello di self empowerment.
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0. Self Empowerment per il Business
Se in ambito personale il self empowerment si concentra sulla capacità di conoscere sé stessi a fondo, di darsi degli obiettivi ben precisi e di avere piena consapevolezza di sé, in ambito lavorativo tutto questo si traduce in maniera pratica in un miglioramento di tutte le performance.
Grazie all’atteggiamento positivo, si affrontano gli eventuali insuccessi in maniera totalmente diversa. L’insuccesso non viene infatti considerato come un blocco, ma come una sfida dalla quale si può uscire vincitori.
Non bisogna evitare gli errori, ma affrontarli con consapevolezza e da loro trarre lezioni che potranno essere utili in futuro.
Il fallimento non è un problema insormontabile, ma un’opportunità che può essere colta e che può dare frutti interessanti e inaspettati.
Avere un self empowerment sviluppato aiuta ad incrementare la propria autonomia, il senso di responsabilità e l’autostima, da sfoggiare in contesti pubblici e privati. Tali qualità si traducono in concreti vantaggi da sfruttare nelle diverse attività aziendali. Si ha una capacità di apprendimento elevata e costante, doti di time management, ma anche di negoziazione, leadership e team working.
Essere sicuri di sé aumenta la produttività, ma non solo. Se si pensa ad un ambiente lavorativo più ampio, il self empowerment permette di avere una certa influenza nei colleghi e maturare le doti di un vero leader, oltre a mettere in pratica una comunicazione che sia efficiente e non solo mera retorica.
Più si riesce a mantenere la propria mente aperta, più si riusciranno ad avere idee di successo o a trovare soluzioni alternative per uscire da una situazione di stallo, a cui nessuno aveva ancora pensato.
Siamo in un mondo che è in continuo cambiamento: le aziende non possono far altro che apprezzare l’approccio innovativo alle situazioni che una persona dotata di self empowerment naturalmente ha.
In sostanza, il self empowerment in ambito business è legato alla forte volontà di migliorare il proprio rapporto con il lavoro e con i compiti che sono stati affidati. Non deve per forza essere collegato ad un avanzamento di carriera, ma al desiderio di fare il meglio nel posto in cui ci si trova, in maniera totalmente consapevole.
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1. Il self empowerment migliora la leadership
Si parla di leadership per indicare l’abilità di motivare un gruppo di persone nella ricerca e il raggiungimento di un obiettivo comune. Per essere in grado di mantenere la leadership in un contesto lavorativo o personale, bisogna essere sicuri di sè stessi.
I compiti principali di un leader sono motivare, spronare e ispirare i membri della propria squadra. Per fare tutto questo, dovrà conoscere i suoi punti di forza e gestirli efficacemente. Credere nelle sue abilità lo aiuterà a rapportarsi coi colleghi in modo equo, vero e genuino.
Il leader deve saper prendere decisioni, ma anche venire incontro ai colleghi che lavorano con lui.
Empatia e umanità sono due grandi caratteristiche che deve possedere per creare una squadra coesa.
Non basta dare ordini, bisogna che sia il primo a rispettarli ed essere da esempio.
A differenza di un capo o un manager, il leader conosce i limiti e i punti di forza, suoi e del team. Conoscere profondamente sé stessi è la chiave del self empowerment ed è anche la spinta grazie alla quale si riesce a dimostrare una maggiore empatia verso gli altri.
Se si conoscono e si prendono in considerazione i bisogni e le difficoltà dell’altro, si riesce ad entrare in sintonia con maggiore facilità, risolvendo i problemi insieme, nel modo che sarà più agevole per la persona con cui si parla.
Se a tutto ciò si aggiungono abilità comunicative, ciò che viene fuori è un’alta capacità di negoziazione, con doti persuasive annesse.
Tutte le caratteristiche elencate finora sono indispensabili per l’attività di team working, ossia la naturale conseguenza del lavoro di leadership.
La capacità di lavorare in team rientra tra le soft skills maggiormente richieste dalle aziende, tanto che in fase di selezione alcune aziende svolgono i colloqui e valutazioni di gruppo per comprendere se tale qualità è presente in un eventuale candidato o dipendente.
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2. Strategie comportamentali
Il self empowerment insegna ad avere un approccio verso la vita meno fatalista e più proattivo. Le strategie comportamentali si basano su tre macroaree principali: le competenze, l’autostima e la creatività.
Anche la capacità di creare legami solidi, allo stesso livello e duraturi nel tempo aumenta il benessere degli individui e amplifica le loro capacità e possibilità di azione.
Il professore universitario e studioso Marc Zimmerman suggerisce che quasi tutti i processi di empowerment provengono dal mondo delle relazioni. Lavorare con gli altri, prendere decisioni, avere determinate responsabilità, assumere un ruolo da leader, sviluppare leadership portano l’individuo a maturare il proprio self empowerment.
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3. Negoziazione
“Se conosci il tuo nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di perdere e vincere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia”. Questa citazione di Sun Tzu aiuta a comprendere a pieno quanto il self empowerment condizioni la capacità di negoziazione.
Prima ancora che la negoziazione abbia luogo, le due parti coinvolte avranno già iniziato il lavoro preparatorio, che può essere considerato la parte più grande e importante del confronto. Più informazioni si avranno sull’avversario, maggiori saranno le possibilità di ottenere un vantaggio.
Assieme a questa ricerca dedicata al rivale, sarebbe bene anche soffermarsi a capire quali sono i propri punti di forza e debolezza. In questo modo sarà più facile rimanere saldi al timone della negoziazione nonostante eventuali attacchi più o meno personali. Più si riesce a mantenere un certo distacco, più sarà facile andare avanti nella negoziazione e non lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
Inutile cercare di nasconderle, le proprie emozioni e sensazioni possono sbucare da un momento all’altro, causando una reazione difficile da controllare. Se ci si conosce profondamente, sarà sicuramente più semplice riconoscere quello che può far scattare una reazione emotiva. Ma non bisogna sottovalutarla: anche se si fosse in grado di riconoscerla, non è detto che sia necessariamente più facile gestirla.
Avere davanti una persona capace di ascoltare e che dimostra empatia aiuta moltissimo a sentirsi sempre più a proprio agio.
Dimostrare interesse nell’altra persona, nei suoi obiettivi e bisogni è il primo passo per abbattere il naturale muro che separa due parti che si trovano in contrattazione.
Basta pensare ad un incontro con un cliente: più si sentirà capito e preso in considerazione, più abbasserà le difese, lasciandosi magari sfuggire importanti e utili informazioni. Lo scopo di una contrattazione non è quello di fregare l’altro, ma trovare un punto d’incontro soddisfacente per entrambi.
Le persone che sono dotate di self empowerment riescono anche a dimostrare una maggiore dimestichezza nel problem solving. Riuscire a reagire a stimoli inaspettati con soluzioni alternative e capaci di spiazzare l’avversario aiuta a mantenere un certo vantaggio nei suoi confronti. Infine, comunicare con sicurezza e con voce ferma può da un lato intimidire l’avversario, dall’altro può evitare eventuali incomprensioni.
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4. Azioni da intraprendere con costanza
L’idea che va per la maggiore è quella secondo la quale il self empowerment è una dote innata. O ci si nasce, o ci si può rinunciare. In realtà non è così. Esistono sicuramente persone per cui questa abilità risulta innata e che non devono quindi sforzarsi per assumere determinati atteggiamenti, ma sono spontanei e fanno parte della loro personalità.
Se invece le caratteristiche che caratterizzano il self empowerment non fanno parte della propria personalità, si possono sviluppare. Se si riesce ad accrescere l’autostima e la consapevolezza di sé aumenterà anche la fiducia in sé stessi e, di conseguenza, si svilupperanno sempre più le proprie potenzialità.
Esistono delle azioni che, se intraprese con costanza e intenzione, possono aiutare da accrescere il self empowerment. Una tra le prime azioni da attuare e prendere come abitudine è pensare positivo. Come accennato prima, anche cambiare approccio verso il fallimento riesce a modificare il proprio pensiero e atteggiamento.
Il pensiero positivo spinge a ricercare nuove soluzioni, a non darsi per vinti e a non lamentarsi troppo di fronte agli ostacoli che si possono incontrare sulla propria strada.
Allo stesso modo, quando qualcosa sembra non andare per il verso che si sarebbe sperato, può aiutare focalizzarsi sugli aspetti positivi, sui vantaggi e le opportunità che potrebbero nascere dalla nuova situazione che si è venuta a creare.
Se si vuole aumentare il proprio self empowerment bisogna uscire dalla propria comfort zone ed essere sempre pronti a cogliere nuovi stimoli, a mettersi in gioco affrontando nuove esperienze e, ancora più importante, le proprie paure.
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5. Sviluppare il senso di autoefficacia
Si può definire l’autoefficacia come la consapevolezza che ognuno ha di essere capace di controllare determinate situazioni, attività o aspetti della propria personalità psicologica o sociale. Si può dire che è la percezione che si ha di sé stessi, dei propri limiti e delle proprie capacità.
Quando un individuo è cosciente della propria autoefficacia, riesce a sviluppare delle valutazioni obiettive di sé stesso e compiere delle scelte di vita importanti. Sapendo cosa si è in grado di fare si potranno adattare i propri sogni e le proprie aspirazioni. Può capitare che si riscoprano nuovi doti totalmente nascoste, oppure che si finiscano per trovare dei metodi alternativi per raggiungere il proprio scopo, più adatti alle proprie capacità e inclinazioni.
L’autoefficacia è anche una parte molto importante del concetto di autostima. L’influenza dell’autoefficacia sull’autostima è molto alta, così come l’esatto opposto.
Un esempio semplice di come l’autoefficacia possa condizionare il self empowerment è l’atteggiamento che l’individuo può assumere di fronte ai propri successi e insuccessi. Se attribuirà il proprio successo a cause interne, alle sue capacità e al suo modo di fare, sarà più probabile che tenda a pensare e comportarsi come se potesse replicare anche in futuro i successi ottenuti.
Se invece davanti all’insuccesso darà la colpa del risultato a cause esterne, sarà molto più probabile che la situazione negativa si ripresenti, perché non si prenderà coscienza dei propri limiti ed errori, rimanendo in balia delle onde.
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6. Miglioramento delle performance
Un beneficio certo del self empowerment è il miglioramento delle performance dell’individuo sul posto di lavoro. Tutte le caratteristiche che sono state elencate finora spingono la persona ad essere sempre più in contatto consapevole col proprio posto all’interno dell’azienda o più conscio degli incarichi che ha e delle azioni che deve portare a termine.
Guardare al lavoro come ad un’azione distaccata da quello che è l’individuo provoca un distacco che può causare anche l’alienazione della persona nei confronti del proprio lavoro. Al contrario, essere presente nell’azione nel momento esatto in cui si sta compiendo, rafforza il legame tra il lavoratore e la sua mansione.
Sentirsi sicuri di sé stessi migliorerà sia il rapporto coi colleghi che coi superiori. Sarà più difficile che una persona che dubita di sé riesca a fare un passo avanti di fronte ad altre persone o a proporre un’idea nuova. Se invece non avrà timore di esporsi e di sbagliare, avrà tentato una via diversa.
Se la proposta fosse ben accetta e la spiegazione dovesse essere produttiva, quella persona sarà riuscita a fare un passo in avanti nella storia della sua carriera professionale. Se invece la proposta dovesse venir rigettata, la persona non perderà punti, anzi. Nonostante l’insuccesso, avrà comunque tentato e avrà acquisito maggiore consapevolezza di sé stessa e di quello che il proprio lavoro richiede.
Inoltre, il miglioramento delle performance non interessa solo il singolo individuo. L’empatia e la capacità di leadership sono conseguenze dirette del self empowerment. Insieme, aiutano l’individuo a creare e sostenere un ambiente in cui il team working è utilizzato e sfruttato per aumentare la produttività a livello aziendale.
Lavorare in gruppo ad un progetto permette di dividere i compiti tra i membri del team in base alle capacità di ognuno.
Una persona incline ad una determinata azione la svolgerà meglio e in un tempo minore, perché la eseguirà con più facilità. Inoltre, il team working responsabilizza ogni componente, che avrà la sua personale scadenza e da cui dipenderà il lavoro degli altri, come in una sequenza di lavoro. Tutto questo evita sprechi di tempo e migliora la performance grazie al contributo di ogni singola persona.
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7. Attenzione, concentrazione e creatività
Esistono delle caratteristiche che vanno coltivate ancora di più rispetto ad altre per aumentare la propria consapevolezza di sé stessi. Tra queste non possono mancare l’attenzione, la concentrazione e la creatività.
L’attenzione deve avere un duplice valore: da un lato attenzione verso sé stessi, i propri bisogni, le proprie inclinazioni e, più in generale, il proprio essere. Dall’altro, bisogna essere capaci di prestare attenzione al mondo che ci circonda.
Si parte dall’ambiente circostante. Gli stimoli che gli individui ricevono anche da situazioni o persone inaspettate possono essere fonte di innovazione, di idee e soluzioni. Si prosegue poi con le persone che ci circondano.
Questo step potrebbe risultare più difficile ma, come spiegato prima mentre si parlava di negoziazione, capire e comprendere gli altri dà un grande vantaggio, sia nella contrattazione che nel rapporto coi propri colleghi. Essere empatici e dimostrarsi aperti verso gli altri crea un clima di serenità e distensione all’interno dell’azienda che è in grado di amplificare le potenzialità di ognuno e, allo stesso tempo, far sentire tutti a proprio agio.
Per prestare attenzione all’ambiente e alle persone è necessario concentrarsi. La concentrazione è un’abilità che si può allenare quotidianamente, per esempio attraverso la meditazione. Essere capaci di concentrarsi su una persona consente di capirla meglio. Se invece ci si concentra totalmente su un determinato compito, sarà più facile portarlo a termine con successo e nel tempo stabilito.
Infine, la creatività è essenziale. La capacità di uscire dagli schemi, di trovare soluzioni alternative e non bloccarsi di fronte ad un ostacolo è la caratteristica principale dei migliori manager e lavoratori di successo. Senza creatività si finirebbe semplicemente per eseguire una serie di ordini, senza essere capaci di dare un apporto in più all’azienda e al lavoro che deve essere svolto.
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Fonte Fastweb.it