(ANSA) – MILANO, 05 LUG – Sarebbero 1 miliardo le potenziali
vittime dell’ennesimo furto di dati sensibili da parte degli
hacker. Come riporta Bloomberg, nei mesi scorsi un utente
singolo o un team ancora non ben specificato, avrebbe violato i
database della polizia di Shangai, ottenendo l’accesso alle
informazioni personali di 1 miliardo di cinesi. Stando alla
fonte, l’enorme archivio, di 23 terabyte di dati, è stato messo
in vendita sul dark web per 10 bitcoin, oltre 198.000 dollari. A
seguito dell’evento, su Twitter si è diffuso l’hashtag “Shanghai
data leak”. I dati includono nomi, indirizzi, luoghi di nascita,
numeri identificativi delle carte di identità e cellulari delle
vittime. Il Wall Street Journal è entrato in possesso di una
porzione dell’archivio, verificandone parzialmente la
correttezza tramite l’incrocio di informazioni pubbliche in
merito a crimini per i quali si è interessata la polizia di
Shangai dal 1995. Non è ancora chiaro come l’hacker si sia
infiltrato nel database della polizia, ma le prime indagini
parlano di un accesso ottenuto tramite una società di cloud
computing del gruppo Alibaba, chiamata Aliyun, sui cui server
era ospitato l’archivio. La stessa Alibaba sta indagando sulla
questione. Qualora la violazione venisse confermata, si
tratterebbe della più grave nella storia della Cina. Il Paese,
negli ultimi anni, ha assistito ad una escalation di incidenti
di sicurezza. Nel 2016, su Twitter sono state pubblicate
informazioni sensibili su manager e imprenditori cinesi, incluso
il fondatore di Alibaba, Jack Ma. Nel 2020, il più famoso social
network cinese, Weibo, aveva ammesso il furto di dati di oltre
538 milioni di utenti mentre nel 2022, i server della polizia
cinese nella regione dello Xinjiang erano stati hackerati per
sottrarre prove sugli abusi compiuti dal Governo di Pechino
sulla minoranza etnica degli uiguri. (ANSA).
Fonte Ansa.it