Un sistema di visione in perfetto stile Robocop, con un display virtuale che proietta contenuti e informazioni direttamente sulla retina. Una versione 2.0 degli smart glasses proposti qualche anno fa da Google: è la lente a contatto intelligente proposta da Mojo Vision e che promette di rivoluzionare il mondo della realtà aumetata.
Un Computer nell’occhio. Si tratta di una lente a contatto equipaggiata con un microdisplay, un chip, una batteria e una connessione wireless che permette a chi la indossa di vedere il mondo arricchito da una serie di informazioni in sovraimpressione.
La lente si comanda con i movimenti oculari: spostando gli occhi ai confini del campo visibile si attiva il menu e compaiono le icone che richiamano le varie funzionalità della smart lens: dalle informazioni turistiche sulla zona che si sta visitando a un sistema di navigazione tipo Google maps, ma anche distanza percorsa, battito cardiaco e altre informazioni tipiche di una app di fitness.
Il dispositivo ha le dimensioni di una comune lente a contatto ma contiene al suo interno tantissima tecnologia: un accelerometro e un giroscopio che permettono di seguire i momenti dell’occhio, un display con una risoluzione da 14.000 pixel per pollice e, a breve, una minuscola telecamera che si collegherà a un sistema di riconoscimento delle immagini.
Comodissima. Fantascienza? Non proprio: la lente esiste già sottoforma di prototipo e l’azienda conta a breve di iniziare i trial clinici che permetteranno di effettuare i primi test di utilizzo.
Uno dei problemi più rilevanti che il team ha dovuto affrontare, oltre la miniaturizzazione estrema di ogni componente, è il comfort per l’utilizzatore, dato che tutta la tecnologia presente all’interno della lente di fatto rende molto difficile l’ossigenazione dell’occhio.
Ecco perchè le smart lens, a differenza delle lenti a contatto tradizionali, sono dotate di minuscoli canali che permettono la circolazione dell’aria tra la parte interna ed esterna.
La lente è stata progettata in modo da non compromettere la visione periferica: la batteria, il microchip e gli altri dispositivi sono collocati nella zona rivolta verso il naso, quella dove meno spesso si concentra lo sguardo.
Il prossimo step sarà quello di ottenere l’autorizzazione alla commercializzazione da parte della FDA e delle altre autorità sanitarie: si tratta comunque di una lente a contatto e l’utilizzo deve avvenire dopo un approfondito controllo oculistico.
Fonte Focus.it