Il potere delle immagini in uno storytelling fotografico è essenziale. Ogni immagine è un tassello che contribuisce a creare una storia che non ha bisogno di parole per essere raccontata.
Quando si parla di fotogiornalismo si fa riferimento ad una tecnica di comunicazione che racconta storie per immagini, dove ogni fotografia possiede una carica espressiva tale da renderla un tassello indispensabile per lo svolgimento della narrazione.
Ogni foto ha un significato a sé stante che, preso insieme alle altre immagini, arricchisce la storia finale.
Tutti gli scatti fotografici devono essere in grado di raccontare allo stesso tempo un’azione che viene compiuta e unasensazione o un’emozione che colpisce il pubblico.
Prima dello scatto vero e proprio, lo storytelling fotografico prevede un lavoro preliminare che si basa principalmente su tre passaggi fondamentali: stabilire quali sono i protagonisti della storia e che verranno fotografati, lo stile con cui si scatteranno le foto e il messaggio che si vuole trasmettere attraverso le immagini.
Ecco come costruire passo dopo passo una storia fotografica con dieci fotogrammi.
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1. Recuperare un elenco di foto
Il primo passo è capire cosa si vuole fotografare e scattare un set di fotografie. Ognuna deve rappresentare un momento importante della storia, perciò bisogna ragionare esattamente come farebbe un fotoreporter. Se non si ha la possibilità di scattarle direttamente, si possono utilizzare foto di repertorio che già si possiedono.
Questa è la fase più creativa del processo. Bisogna immaginare una storia e crearla da zero, visualizzando nella propria mente gli scatti che si andranno a fare.
Scegliere le foto con cura e accertarsi che i fotogrammi siano coerenti tra loro. La narrazione della storia deve essere incentrata su personaggi ben precisi e seguire un fil rouge che le darà significato senza necessariamente ricorrere alle parole.
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2. Inserire i dettagli per raccontare una storia in un singolo fotogramma
Scegliere una serie di foto in sequenza non basta per creare una storia d’impatto.
Uno step cruciale è inserire all’interno della narrazione immagini che abbiamo dettagli importanti e che riescano a raccontare un momento complesso in una singola fotografia.
Ogni foto deve avere un forte significato presa singolarmente, ma allo stesso tempo deve offrire alla storia un dettaglio in più che le altre immagini non possono dare.
Si può sperimentare ed essere creativi, pensando a soluzioni alternative per creare angolazioni d’impatto. Anche la stessa azione, ma catturata da una prospettiva diversa, può donare un effetto nuovo alla storia.
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3. Post-produzione delle fotografie
Quando il lavoro di selezione si è concluso, è importante iniziare la fase di post-produzione delle proprie foto. Può capitare che alcune immagini abbiano degli angoli sfocati, oppure ancora che altre siano state scattate con una prospettiva o uno zoom che sembra poco coerente e allineato con le altre fotografie.
In questi casi è necessario modificare le proprie foto. Attenzione: le tecniche di revisione non devono deformare l’immagine, ma semplicemente migliorare la resa finale.
In questa fase si possono utilizzare tantissime applicazioni o software di editing foto. Si può optare per un tool professionale a pagamento, come Photosop, o un programma gratuito, ma allo stesso modo dotato di tutte le funzionalità che servono, come Gimp o Canva.
Tutti e tre permettono agli utenti di ridimensionare e ritagliare la foto, ma anche di applicare effetti visivi che riescono a migliorare le luci, bilanciare il bianco o aumentare la nitidezza dell’immagine.
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4. Mostrare le emozioni in un fotogramma
La storia che si vuole raccontare deve poter vivere di sole immagini. Proprio per la naturale mancanza di parole del reportage, ogni fotografia deve avere uno scopo.
All’interno della narrazione scegliere almeno due foto che abbiano il puro scopo di far provare allo spettatore un’emozione, che sia di paura, gioia o spensieratezza.
Bisogna scegliere o scattare fotografie che permettano al pubblico di entrare a pieno nell’ambiente e nella sua atmosfera, riuscendo a percepire sensazioni solo con lo sguardo.
Se si decide di scattare le foto da sé, attenzione a dare la giusta impressione. Capita a volte di non riuscire a mostrare quello che ci si trova davanti agli occhi, quindi è consigliabile fare sempre attenzione al risultato finale, oseervando l’immagine dopo qualche minuto dallo scatto. Osservare la fotografia con il giusto distacco può aiutare a percepire la sensazione che darà al pubblico.
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5. Composizione e luce di un fotogramma
Due delle più importanti caratteristiche di una fotografia sono la composizione e la luce.
Prima di scattare la foto, assicurarsi di sfruttare tutta la luce naturale presente nell’ambiente in cui ci si trova. Se si sceglie un ambiente chiuso, si potranno modificare i parametri di luminosità durante la post-produzione.
Attenzione anche alla composizione della foto. Prediligere sempre la regola dei tre terzi, secondo la quale si deve dividere l’immagine in tre aree uguali, sia in orizzontale che in verticale, formando un reticolo immaginario.
Seguendo il principio di questa regola, il soggetto dell’immagine dovrebbe posizionarsi nei punti di intersezione delle linee o lungo le linee stesse. Non bisogna mettere tutti i soggetti al centro, come magari verrebbe spontaneo fare. Infine, se i soggetti si stanno muovendo, lasciare uno spazio vuoto maggiore di fronte ai soggetti, in modo tale da dare l’idea di movimento.
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6. Impostare il fil rouge dello storytelling
Tutte le immagini devono essere coerenti tra loro per impostare uno storytelling efficace che dia vita ad una storia di facile comprensione e di grande impatto.
La principale difficoltà del fotogiornalismo è dare voce alle immagini. il testo, se presente, deve essere un accessorio e non il punto focale dello spettatore.
A volte capita che il fotoreporter scriva l’articolo annesso al reportage fotografico, ma non è indispensabile.
Il punto di forza dello storytelling fotografico è il grande sforzo creativo che c’è dietro la sua creazione e che permette allo spettatore di non doversi sforzare di comprendere, ma di capire l’evoluzione e il senso della storia solo attraverso le immagini.
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Fonte Fastweb.it