(ANSA) – ROMA, 18 APR – Imperdibile ‘Unorthodox’, miniserie in quattro puntate su Netflix anche se ha i sottotitoli (è parlata quasi totalmente in yiddish) e un’ambientazione per nulla glamour. E questo nonostante ci si trovi a New York, nel quartiere Williamsburg di Brooklyn.
Qui, nella città che non dorme mai e in cui tutto è possibile, vive un’enclave che sembra uscita dal medioevo: ovvero la comunità chassidica Satmar, proprio come la città ungherese da cui provengono gli attuali membri, tutti discendenti dai sopravvissuti alla Shoah trasferitisi negli Stati Uniti al termine della guerra. Ispirata all’autobiografia di Deborah Feldman, Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots, pubblicata nel 2012, Unorthodox di Maria Schrader racconta la storia di Esther Shapiro, detta Etsy, una sorta di Cenerentola di diciannove anni di fede ultra-ortodossa chassidica, che, dopo un anno di matrimonio combinato, decide di scappare a Berlino. Sulle sue tracce l’ingenuo e buon marito Yanky (Amit Rahav) e suo cugino Moishe (Jeff Wilbusch), molto più aperto alla trasgressione. (ANSA).
Fonte Ansa.it
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