Ogni impresa, azienda, organizzazione o personaggio pubblico vengono percepiti in maniera differente dal pubblico. L’immagine che viene mostrata e recepita è il frutto di un intenso lavoro, che coinvolge diversi elementi come l’aspetto verbale e quello visivo. La Brand Identity va costruita con attenzione, poiché è ciò che permette di distinguersi dai competitor e di rimanere ben impressi nella memoria del consumatore.
Nelle aziende, tutti i dipendenti, i collaboratori e i responsabili devono essere consapevoli dell’immagine che si vuole restituire al target di riferimento. Devono conoscere il tono di voce da utilizzare quando si è a contatto con clienti e stakeholder, i valori su cui si basano tutte le attività e i progetti intrapresi, la mission e gli aspetti distintivi visivi dell’organizzazione.
Per farlo è opportuno elaborare una style guide che sia consultabile da tutti coloro che ne hanno la necessità.
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1. Brand identity: che cos’è
La brand identity è l’immagine che si desidera trasmettere all’intero pubblico di riferimento di un’azienda o di un’organizzazione. È differente dalla brand imagine, che consiste in ciò che viene percepito dai consumatori o dal target.
Le aziende, soprattutto quelle più grandi e conosciute, lavorano affinché la brand identity coincida il più possibile con la brand image, cercando di creare e diffondere aspetti identificativi che vengano associati in maniera esclusiva all’organizzazione.
Gli aspetti che influenzano in maniera preponderante la brand identity sono quello visivo e quello verbale. Tra gli elementi distintivi ci sono il naming, lo slogan, il logo, i colori utilizzati, le immagini, le icone, il tono di voce, lo stile grammaticale, i caratteri, i formati e tanto altro.
Per trasmettere una brand identity coerente, che rimanga impressa nella memoria dei consumatori e non crei confusione è opportuno elaborare delle linee guida da inserire in un manuale da utilizzare ogni qual volta ci sia la necessità di inviare comunicazioni.
Comunicare con il pubblico in maniera chiara e riconoscibile crea un senso di familiarità, affidabilità e migliora la percezione dell’azienda all’esterno.
La style guide si rivolge viene elaborata per essere diffusa all’interno dell’azienda e consegnata al management e a tutti dipendenti stessi. Può essere destinata all’esterno, a tutti coloro che, in qualche modo, intervengono nel business del brand.
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2. Style Guide: come costruire una guida per la Brand Identity
È un documento che contiene tutte le indicazioni necessarie per costruire l’identità verbale, l’identità visiva e per sviluppare e mantenere un tono di voce coerente. Prende la forma di un libro, di dimensioni variabili, e può essere realizzato sia in versione cartacea che digitale.
Non vi è uno schema fisso da rispettare quando si crea una style guide della brand identity. Il documento può essere molto diverso, sia per dimensioni che per contenuti, da un’azienda a un’altra. Tutto ciò che viene inserito, deve essere descritto in maniera dettagliata e chiara per non lasciare spazi a dubbi ed incomprensioni.
È importante inserire nel manuale la storia del brand, indicare quando è nato e da quali esigenze o passioni, quali valori stanno alla base dell’attività, gli obiettivi che segue, la vision (l’idea che i manager e gli imprenditori hanno dell’azienda) e la mission (l’azione pratica che viene portata avanti per raggiungere un obiettivo). Può essere aggiunta una spiegazione sul nome dell’azienda ed esplicitato lo slogan.
Quest’ultimo deve essere una frase breve, definita anche pay off, che indichi in breve i principali valori e scopi dell’azienda. Deve essere semplice da memorizzare, deve riuscire a catturare l’attenzione del pubblico e essere in grado di suscitare emozioni.
Nella style guide può essere inserita anche una descrizione immaginaria del tipico cliente dell’azienda, elencandone bisogni, gusti, modelli di comportamento e di acquisto. Permetterà di creare contenuti mirati ed efficaci.
Ogni azienda deve possedere un logo, che rimanga stabile nel tempo e che non subisca continue modifiche. È l’insieme dei simboli grafici che identificano un’azienda e la rendono distinguibile. Nelle linee guida devono esserne indicate con precisione le dimensioni, gli spazi da lasciare intorno all’immagine, le diverse variazioni di colore ed esempi concreti del modo di utilizzo.
Per strutturare un’identità visiva coerente, vanno menzionati tutti i colori utilizzabili (principali e secondari) nel logo, sulle locandine, nelle rappresentazioni grafiche e creative, nelle presentazioni ufficiali e in tutti i documenti promozionali.
Le scelte tipografiche sono importanti: nelle linee guida vanno indicati i caratteri e i font utilizzabili.
Uno degli elementi fondamentali e più complessi da definire è il tono di voce da utilizzare su tutti i canali e le piattaforme su cui è presente l’organizzazione. Vanno indicate tutte le espressioni di cui avvalersi in determinate occasioni, quali devono essere sempre evitate e lo stile grammaticale.
Nelle linee guida vanno inseriti i dettagli per quanto riguarda gli elementi multimediali, come immagini, video e infografiche. È opportuno indicare le dimensioni da rispettare, il tono dei colori e le modifiche applicabili.
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3. Brand Identity: alcuni esempi
Se le piccole aziende e le attività locali tendono a non elaborare le linee guida per la brand identity, rischiando una comunicazione incoerente, le realtà più grandi e più strutturate sono molto attente all’immagine che trasmettono al proprio pubblico di riferimento.
Le linee guida possono essere molto differenti. Alcune sono approfondite, e lasciano poco spazio ai dipendenti e ai responsabili della comunicazione di prendere scelte in autonomia. Altre possono essere meno complete e attente ai dettagli.
Nella style guide di Uber, ad esempio, vengono indicati dettagli sul logo, sui colori utilizzabili, sugli elementi multimediali, sul tono di voce, sui caratteri e sui formati. Netflix si concentra sull’aspetto visivo (in particolar modo sul logo), lasciando molta flessibilità su tutti gli altri aspetti.
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Fonte Fastweb.it