(ANSA) – SYDNEY, 30 AGO – Le autorità australiane hanno
emesso ingiunzioni legali a Apple, a Microsoft e a Meta come
proprietaria di Facebook e Instagram perché rendano noto se e
come agiscono per rilevare e segnalare materiale di abusi
sessuali su minori, pena l’imposizione di multe di oltre mezzo
milione di dollari al giorno, secondo la legge detta Online
Safety Act.
Gli ordini emessi su richiesta della eSafety Commissioner
Julie Inman Grant obbligano le piattaforme a spiegare quali
misure adottino per combattere lo sfruttamento e gli abusi di
minori.
I giganti del web, pur sapendo come le loro piattaforme
siano usate da molestatori, non farebbero moltoo per fermarli –
secondo i dati raccolti dal National Centre for Missing and
Exploited Children di base in Usa. Apple ha fatto il numero
minore di segnalazioni al database sullo sfruttamento sessuale
di minori con appena 160 casi. Microsoft, proprietaria di Skype
che si ritiene sia ampiamente usato per streaming in diretta di
abusi, ha riportato 78.603 casi, mentre Instagram ha riportato
3,4 milioni di casi.
“Non potremo conoscere la vera scala e portata dello
sfruttamento di minori online finché non sappiamo cosa fanno le
piattaforme per rilevare gli abusi”, ammette la eSafety
Commissioner al Sydney Morning Herald. Vi è un atteggiamento nel
settore che se non si è consapevoli del problema non si è
responsabili, benché le organizzazioni possiedano tecnologia in
grado di rintracciare e rimuovere materiale pericoloso –
aggiunge Inman Grant. Iinternet ha portato a un boom dell’industria dello
sfruttamento di minori online, sia di condivisione che di
immagini in diretta. “Negli ultimi 15 anni si è sviluppato un
commercio di dirette streaming di materia di sfruttamento di
minori. Con i lockdown attorno al mondo, abbiamo cominciato a
osservare come le Filippine siano all’epicentro di materiale di
pedofila ‘pay-per-view’. Ora vi sono tante piattaforme di
videoconferenza che possono facilitare la diffusione di simile
materiale”, aggiunge. La ministra per le Comunicazioni
Michelle Rowland la segnalazione di abusi “aiuterebbe a
informare future decisioni del governo su cosa si possa fare per
proteggere gli australiani online e migliorare la trasparenza”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it