(ANSA) – MILANO, 06 SET – I debutti eccellenti per autori
come Puccini, per capolavori come “Pagliacci” di Leoncavallo,
diretto da un venticinquenne Arturo Toscanini, e per le prime
italiane di Lehár, Meyerbeer e Ponchielli. Ma anche le
sperimentazioni per il movimento futurista, le prime visioni
cinematografiche negli anni Trenta, gli spettacoli della rivista
negli anni Cinquanta, e ancora i concerti indimenticabili di
generazioni di cantautori, anche internazionali. Fino alla
musica classica con le produzioni della Fondazione I Pomeriggi
Musicali, che qui ha la sua sede da vent’anni. Il palcoscenico
del Teatro Dal Verme di Milano, fin dalla fondazione nel lontano
1872, è sempre stato sinonimo di libertà espressiva e visione
non convenzionale, un luogo inclusivo per dare casa
all’eccellenza dei linguaggi artistici, accogliendo le novità di
ogni epoca (il circo, il cinema, l’operetta, la rivista, la
prosa, la musica tutta) per introdurle alla città spesso in
netto anticipo sui tempi. Una storia avventurosa, che non ha
risparmiato inciampi accanto alle soddisfazioni, e che ora il
teatro si appresta a celebrare dal prossimo 14 settembre, quando
cadrà il centocinquantesimo dall’inaugurazione. Proprio per la
ricorrenza, è stata concepita una speciale programmazione
riunita sotto il nome de “Il Dal Verme racconta”: una vera festa
da vivere con la città e oltre 50 tra musicisti, compositori,
attori, protagonisti della cultura. Il programma prevede
innanzitutto il progetto espositivo “Teatro in mostra. Una
storia lunga 150 anni”, a cura di Paolo Bolpagni (con la
collaborazione di Ottavia Fontana) che il 14 settembre sarà
aperta alla presenza di Paolo Rossi. Poi fino a dicembre, un
ciclo di 15 ‘prime’ (un’anteprima si è svolta già nel giugno
scorso) con il coinvolgimento di tanti ospiti: da Maria Grazia
Chiuri a Enrico Pieranunzi, da Nicola Savino a Samuele Bersani,
da Elisabetta Sgarbi a Ludovico Einaudi. (ANSA).
Fonte Ansa.it