(ANSA) – ROMA, 19 OTT – Sostanziale tenuta delle vendite nei
primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022
miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in
crescita del 14,4% rispetto al 2019. Le copie vendute sono state
70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del
16,0% sul 2019. La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo
nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i
margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di
produzione e della carta in particolare. Sull’ultimo trimestre
dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per
determinare il risultato complessivo dell’annata, c’è una
particolare preoccupazione.
Questo secondo i dati disponibili sull’anno in corso e
riferiti al solo mercato trade, cioè saggi e romanzi venduti
nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione,
dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2021 e parte
del 2022, a cura dell’Ufficio studi Aie, presentato nel giorno
d’apertura della Buchmesse di Francoforte, disponibile per la
vendita in formato Pdf sulle principali piattaforme online.
Dalla rilevazione emerge che l’editoria del post pandemia non
solo ha retto l’onda d’urto, ma ha segnato nel 2021 una forte
crescita in tutti i settori con vendite complessive pari a 3,429
miliardi di euro (+10,7%). Si conferma così prima industria
culturale del Paese, quarta industria editoriale europea dietro
solo a Germania, Regno Unito e Francia, nonostante permangano le
storiche criticità italiane a livello di indici di lettura e
disparità territoriali. Gli italiani che dichiarano di aver
acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono il 48% della
popolazione 15-74 anni, il 51% se prendiamo in considerazione
anche ebook e audiolibri. Il 49% non compra nessun libro. Chi
legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, ma genera
il 59% delle vendite in un mercato dunque molto concentrato.
(ANSA).
Fonte Ansa.it