Sangiuliano, 5 milioni reperti nei musei ma solo 480mila esposti

(ANSA) – ROMA, 01 DIC – “L’Italia è una superpotenza
culturale globale. Dispone di un unicum di patrimonio culturale.
    Dopo la pandemia, che ha avuto un evidente impatto negativo in
termini di numero di visitatori, gli ultimi mesi hanno fatto
segnare – pur non disponendo ancora di numeri precisi – uno
straordinario recupero”. Lo ha detto il ministro della Cultura,
Gennaro Sangiuliano, in audizione davanti alle Commissioni
Cultura di Camera e Senato.
    “Un censimento eseguito nel 2021 ha consentito di far luce
sulle criticità gestionali del patrimonio museale statale – ha
proseguito -. La prima debolezza consiste nella limitatezza
della conoscenza e della documentazione: solo il 60% dei siti è
rilevato, spesso in maniera parziale e analogica. Il 90% delle
opere o dei reperti sono nei depositi, così come nel resto del
mondo: il problema è che in Italia il patrimonio è talmente
diffuso, che nei depositi dei soli musei afferenti alla
Direzione generale sono custoditi circa 5.000.000 di opere e di
reperti, mentre ne vengono esposti all’incirca 480.000”.
    Il ministro ha sottolineato che “nel 2019, ultimo anno
pre-pandemia, solo cinque siti a pagamento superavano il milione
di visitatori (Colosseo-Foro, Pompei, Uffizi, Gallerie
dell’Accademia, Castel Sant’Angelo), realizzando più di due
terzi di tutti gli introiti lordi”. “Bisogna lavorare, con
politiche mirate, affinché altri siti possano raggiungere queste
cifre – ha aggiunto -. È necessario attuare politiche che
portino le persone a frequentare i musei e le aree archeologiche
meno frequentati. In alcuni casi si tratta anche di rendere
fruibili luoghi normalmente chiusi al pubblico o aperti solo
saltuariamente”.
    “In molte situazioni di siti ingiustamente definiti minori,
la gestione statale diretta potrebbe essere anche sostituita
dalla concessione a realtà del territorio, che si impegnino a
garantire un’apertura costante. Si può anche pensare ad una
strategia di lungo periodo che può portare alcuni grandi musei a
generare nuovi spazi espositivi come hanno fatto alcuni grandi
musei internazionali. Ad un Uffizi 2 ad esempio a Firenze, in
Toscana o perchè no anche all’estero come fatto dal Louvre”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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