Metaverso, il futuro della medicina

Oggi sono disponibili a costi molto inferiori tecnologie che fino a pochi anni fa erano inaccessibili e poco performanti, mentre la qualità di risoluzione migliora costantemente sotto la spinta delle innovazioni.

Da sempre l’universo del gaming ha cercato nuove forme di interattività, ora molte sperimentazioni che integrano le tecnologie del Metaverso sono condotte in ambito sanitario.Il metaverso promuove la salute 4.0, migliorando i risultati sulla sicurezza dei pazienti e consentendo ai pazienti di interagire e acquisire una chiara comprensione delle loro condizioni di salute.

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Rappresenta la prossima versione di Internet che utilizza l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, quella virtuale e una connettività sempre crescente come le reti 5G per creare ambienti online più coinvolgenti, interattivi ed esperienziali.

L’Internet dei dispositivi medici, l’informatica quantistica e la robotica sono tutti pronti a trasformare completamente l’ecosistema sanitario. È probabile che il metaverso cambi il paradigma del sistema sanitario, migliorando la precisione chirurgica, l’uso terapeutico e altro ancora.

Il 2021 ha segnato un nuovo record per gli investimenti in salute digitale: la prima metà dell’anno  infatti si è chiusa con 14,7 miliardi di dollari investiti in salute digitale, più di quanto investito nell’intero anno 2020 (14 miliardi).

Si stima che nel 2025 il mercato globale della salute digitale raggiungerà 657 miliardi di dollari. Tra le tecnologie in crescita esponenziale la realtà virtuale e la realtà aumentata, che oggi valgono a livello globale circa 1,8 miliardi di dollari e, secondo le stime, nel 2028 dovrebbero arrivare a 9,5 miliardi.

Questa crescita è evidente anche nel mercato italiano (+35% nel periodo 2020-2024) che riceverà una forte spinta anche dall’attuazione del PNNR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), la “Missione 6 su Salute e Innovazione” infatti, prevede circa 15 miliardi di euro in investimenti dedicati al settore salute.

Realtà Virtuale e formazione medica

La realtà virtuale applicata alla formazione dei medici presenta molteplici vantaggi, tra cui la possibilità di analizzare un numero elevatissimo di pazienti, visionare degli organi anche da angoli non consentiti da un normale campo chirurgico, sperimentare e sbagliare in un ambiente protetto senza ledere il paziente.

Tutto ciò consente di creare simulazioni realistiche utili sia  all’apprendimento, sia alle esercitazioni, con l’ulteriore vantaggio di consentire la ripetizione delle procedure anche in assenza del docente.

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Per citare un esempio di come questa tecnologia venga utilizzata nel mondo, nel 2019 il reparto di ortopedia di UConn Health, centro medico dell’Università del Connecticut, ha stretto una partnership con PrecisionOS, un’azienda produttrice di software medici che offre esperienze di realtà virtuale per la formazione dei chirurghi ortopedici.

L’obiettivo era praticare procedure di ortopedia in un ambiente sicuro ed a un costo relativamente basso. Attraverso i visori Oculus gli specializzandi hanno potuto visualizzare in 3D l’esecuzione di una serie di procedure chirurgiche, come inserire un chiodo in un osso, ricevendo feedback da integrare al tentativo successivo.

Durante lo stop imposto dalla pandemia nel 2020, questa innovativa tecnologia ha permesso di proseguire la formazione degli specializzandi in ortopedia da remoto.

Realtà Virtuale e Comunicazione medico paziente 

Family Approach VR è un’applicazione spagnola sviluppata dal Donation and Transplantation Institute in collaborazione con Immersium Studio e con la partecipazione di professionisti provenienti da 24 paesi, per formare professionisti della salute nell’area della donazione e del trapianto di organi e tessuti.

La piattaforma simula interviste con i parenti dei donatori e una visita virtuale in ospedale per conoscere le pratiche implementate di donazione e trapianto di organi e tessuti.

La realtà virtuale offre il vantaggio di imparare dai propri errori senza sconvolgere persone reali e consente un’esperienza immersiva individualizzata difficile da replicare con formatori faccia a faccia, per il tempo necessario e per il personale docente che richiederebbe.

Realtà Virtuale e trattamento dei pazienti: la prima clinica virtuale

Numerose sono le sperimentazioni che utilizzano la realtà virtuale in trattamenti di riabilitazione fisica, terapie del dolore acuto e cronico, psicoterapia.

La conoscenza nel campo delle terapie digitali è ancora a un livello superficiale, ma ci sono diverse interessanti applicazioni che vedono la telemedicina, la realtà virtuale e gamification, diventare le chiavi per il trattamento di infortuni fisici, gestione del dolore cronico o dello stress, terapie del linguaggio.

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Negli Stati Uniti XRHealth si propone come la prima clinica completamente virtuale. Si tratta di un progetto che porta la telemedicina ad un nuovo livello. Ogni paziente, infatti, riceve un visore e dei comandi per accedere a percorsi terapeutici in ambienti immersivi. Questi dispositivi oltre a guidare il paziente ne registrano le prestazioni, che vengono condivise con il terapeuta.

Realtà virtuale e trattamento del dolore

Numerose sperimentazioni hanno utilizzato l’immersione in ambienti virtuali per alleviare il dolore acuto associato a determinate procedure.

Volendo citare un esempio, il primo mondo virtuale immersivo progettato per ridurre il dolore è stato SnowWorld, basato sulle ricerche condotte fin dal 1996 da Hunter Hoffman e David Patterson presso l’HITLab dell’Università di Washington.

Obiettivo della piattaforma era ridurre il dolore in pazienti ustionati durante la cura delle ferite.Secondo i ricercatori la percezione del dolore ha una forte componente psicologica.

I pazienti venivano quindi immersi in un ambiente virtuale ghiacciato in cui erano impegnati a lanciare palle di neve contro dei bersagli. In questo modo veniva assorbita la loro attenzione, lasciando meno risorse disponibili per elaborare i segnali di dolore.

Sperimentazioni nell’ambito della salute mentale

Numerose sperimentazioni hanno utilizzato la realtà virtuale nel trattamento del disturbo da stress post traumatico. Negli Stati Uniti ambienti immersivi sono stati utilizzati per l’esposizione prolungata di veterani o sopravvissuti all’11 settembre.

Un esempio è offerto da BraveMind, un software sviluppato dall’Institute for Creative Technologies della University of Southern California, che permette di rivivere il trauma in un ambiente sicuro, con il supporto di terapeuti.

Questa tecnologia è utilizzata sempre più anche per le terapie cognitivo-comportamentali volte al superamento delle fobie. Anche in questi casi il paziente viene esposto alla fonte di ansia in un ambiente protetto, alla presenza del terapeuta.

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Tale terapia è possibile svolgerla anche all’interno delle proprie mura domestiche, i ricercatori dell’Università di Basilea, ad esempio, hanno sviluppato un’applicazione di realtà virtuale che i pazienti possono utilizzare a casa sul proprio smartphone per allenarsi a sconfiggere la paura dell’altezza.

Uno studio randomizzato su 50 soggetti ha rilevato che il gruppo che si era allenato con l’app, una volta posto in una situazione reale di confronto con la fobia, ha mostrato livelli inferiori di paura è stato in grado di salire più in alto di quanto non potesse prima di completare l’allenamento.                                                                 

Scritto da:

Laura Marrani
Marketing Manager – Cloud & Security
https://it.linkedin.com/in/laura-marrani

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Fonte Fastweb.it

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