(ANSA) – ROMA, 22 LUG – Andrew Mlangeni, l’ultimo attivista
anti-apartheid condannato con Nelson Mandela durante il processo
Rivonia in Sudafrica, è morto a 95 anni dopo essere stato
ricoverato in un ospedale militare a Pretoria per dolori
addominali. La sua morte “significa la fine della storia di una
generazione e mette il nostro futuro esattamente nelle nostre
mani”, ha detto il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa,
citato da Bbc Africa.
Il processo Rivonia ha portato la figura e la lotta
anti-apartheid di Mandela alla ribalta internazionale. Secondo
la biografia di Mlangeni del 2017 denominata ‘The Backroom Boy’,
Mandela lo scelse perché si unisse ad altri cinque uomini nel
primo gruppo di attivisti anti-apartheid sudafricani da inviare
in Cina per l’addestramento.
La loro formazione comprendeva lezioni per la fabbricazione
di bombe, trappole esplosive e tecniche di comunicazione
segrete. Mlangeni ritornò in Sudafrica nel 1963 e divenne membro
di Umkhonto we Sizwe, l’alto comando del movimento armato del
partito African national congress (Anc).
Travestitosi da sacerdote, viaggiò in Sudafrica reclutando
giovani perché fossero addestrati all’estero come combattenti,
finché fu arrestato e condannato per tradimento nel processo
Rivonia. Mlangeni ha scontato 26 anni di carcere, prigioniero
per la maggior parte del tempo sull’isola di Robben, accanto a
Mandela. Dopo la sua liberazione nel 1989, è stato membro del
Parlamento e ha vissuto a Soweto fino alla sua morte. (ANSA).
Fonte Ansa.it