Meta fa causa ad azienda che avrebbe sottratto dati iscritti

Meta-Facebook ha avviato un’azione legale contro Voyager Labs, presentando una denuncia al tribunale della California per chiedere al giudice di emettere un’ingiunzione permanente nei confronti dell’azienda. Al centro della diatriba, il cosiddetto “scraping dei dati”, ossia l’attività secondo cui una compagnia mette in pratica una serie di azioni per raccogliere i contenuti pubblicati online e ricostruire le vite digitali degli utenti.

Nel 2021, Il Guardian aveva scoperto che il servizio della compagnia israeliana era stato utilizzato dal Los Angeles Police Department per analizzare i contenuti pubblicati da alcuni individui e prevedere chi di questi avrebbe potuto commettere un crimine. Se non è illegale, di per sé, ottenere foto, video e post pubblicati sui social liberamente, Meta denuncia l’attività di Voyager Labs di aver creato oltre 38.000 account fasulli su Facebook per raccogliere i dati di oltre 600.000 utenti, tra cui post, like, elenco dei contatti, foto e commenti, spesso resi visibili solo alla rete di amici e non aperti a tutti. Meta afferma che Voyager ha violato i suoi termini del servizio, usando programmi automatizzati per lo scraping delle informazioni e la creazione di account falsi.

La denuncia di Meta segue un caso giudiziario simile che coinvolge LinkedIn e la startup hiQ. Dopo una battaglia legale durata anni, LinkedIn e hiQ alla fine si sono accordati nel dicembre del 2022 per il pagamento, a favore del social professionale di proprietà Microsoft, di 500.000 dollari, a seguito di una sentenza in un tribunale distrettuale della California. La questione di Voajer Labs, stando alle prime indagini di Meta, coinvolgerebbe molti altri social, anch’essi vittime dello scraping automatizzato dei dati. Tra questi Instagram, Twitter, YouTube, Telegram e lo stesso LinkedIn.

   

Fonte Ansa.it

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