(ANSA) – PISA, 22 MAR – La familiarità sembra avere un ruolo
chiave nel favorire la risposta mimica nell’uso degli smartphone
e, potenzialmente, nella dipendenza da questi dispositivi. A
rivelarlo è uno studio condotto da un gruppo di etologi del
dipartimento di biologia dell’Università di Pisa e pubblicato
sulla rivista Human Nature edita da Springer. “Durante la
pandemia Covid-19 – spiega la professoressa Elisabetta Palagi
dell’Ateneo pisano – abbiamo condotto un primo esperimento per
valutare gli effetti del lockdown sulla risposta mimica nell’uso
degli smartphone. I risultati” hanno confermato il fenomeno e “dimostrato che le limitate interazioni sociali ‘dal vivo’
possono modificare, almeno nel breve termine, il modo in cui
interagiamo con gli altri rendendoci più inclini a impegnarci in
interazioni sociali ‘virtuali’. A distanza di un anno abbiamo
fatto un nuovo esperimento i cui risultati sono stati, da un
certo punto di vista, sorprendenti”: “Questo fenomeno – aggiunge
– non scompare nel tempo, come era invece lecito attendersi, ma
sembra essere strettamente legato al ‘gradiente di familiarità’.
Come avviene con la risata o lo sbadiglio, anche la risposta
mimica nell’uso dello smartphone è più evidente quando si è
insieme a persone che si conoscono”.
“Ad innescare quello che viene definito dalla scienza come ‘effetto camaleonte’, ossia l’imitazione inconscia dei
comportamenti altrui, è la direzione dello sguardo di chi, in un
gruppo, utilizza lo smartphone per primo”, spiega Veronica
Maglieri, primo autore nel lavoro. Se è ben noto come lo sguardo
sia, tra gli animali sociali, un elemento di comunicazione
importantissimo, “è la prima volta – afferma – che tale
meccanismo (c.d. gaze-following) viene rilevato in relazione
agli oggetti manipolati dagli individui che interagiscono”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it