Lo smartphone è sempre scarico nel momento del bisogno? L’auricolare si spegne nel bel mezzo di una conversazione? Questi piccoli inconvenienti tecnologici potrebbero diventare presto un ricordo grazie alla turbina eolica indossabile messa a punto da un team di ricercatori cinesi.
Ricarica… ad aria. Ya Yang e i suoi colleghi del Beijing Institute of Nanoernergy hanno realizzato un piccolo dispositivo in grado di generare energia con il semplice spostamento d’aria provocato mentre si cammina. La corrente, immagazzinata in una comune batteria, può essere utilizzata per ricaricare una vasta gamma di dispositivi elettronici.
A differenza delle comuni turbine eoliche, che generano corrente elettrica impiegando anche magneti e solenoidi, quella di Yang è molto più piccola e semplice. È composta da due strisce di plastica inserite in un tubo (come vedete nella breve animazione che segue) che al passaggio dell’aria entrano in contatto tra loro generando elettricità statica. Questa energia viene poi catturata e resa disponibile per alimentare sensori e altri piccoli dispositivi.
basta un soffio. Per funzionare, la miniturbina ha bisogno… di poco: una brezza leggera da 1,6 metri al secondo di velocità (pari a circa 5 km/h) è sufficiente per avviare la generazione di corrente. Per ottenere il meglio, però, occorre impegnarsi di più: le condizioni ideali, infatti, si hanno con un flusso di aria da 4 a 8 metri al secondo, ovvero tra i 14,5 e 29 km/h, che sono le velocità che si raggiungono solo con una corsa veloce a piedi o con una “brillante” pedalata in bici.
La ricerca comunque è solo agli inizi: al momento la quantità di corrente generata permette appena di accendere una manciata di led. Ulteriori studi permetteranno di rendere il la mini turbina abbastanza potente da alimentare uno smartphone e servirà un’attenta valutazione della resistenza del dispositivo all’usura e agli agenti atmosferici. Ma i ricercatori pensano in grande e stanno già cercando di capire come sfruttare la loro ricerca per far evolvere le turbine eoliche tradizionali.
Fonte Focus.it