(ANSA) – ROMA, 10 OTT – L’Italia affronta una “difficile
risalita dopo il crollo”, indica il Centro studi di
Confindustria che, con una “lieve revisione al ribasso”, stima
un profondo calo del Pil italiano del 10% nel 2020 ed un
recupero parziale del 4,8% nel 2021″. E’ una contrazione che
porta i livelli di quest’anno “indietro a quelli di 23 anni fa”
e che risente di un impatto della crisi Covid “leggermente più
negativo di quello atteso alcuni mesi fa”. La stima del Pil 2021
non incorpora gli effetti della manovra che varerà il Governo e
dell’impatto di risorse Ue come Recovery Fund e Mes, al momento
non stimabili; considerando anche la prossima manovra come
delineata dalla Nadef, in base alle stime del Governo, “potrebbe
salire al +5,7%”.
Gli strumenti Ue per contrastare l’impatto economico
dell’emergenza Covid, Sure, Mes e Next Generation Ue, offrono
per Confindustria offrono “una opportunità unica”; “per
l’Italia l’utilizzo degli strumenti europei costituisce un bivio
cruciale: se si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le
risorse e a potenziarne l’effetto, portando avanti riforme
troppo a lungo rimaste ferme, allora si sarà imboccata la strada
giusta per risalire la china. Altrimenti – avvertono gli
economisti di via dell’Astronomia – l’Italia rimarrà un Paese in
declino, che non sarà in grado di ripagare il suo enorme debito
pubblico”.
Il numero degli occupati – stima ancora il CsC- registrerà un
-1,8% nella media del 2020 (-410mila persone)”: una emorragia
che non si arresterà nel 2021 quando, “con un recupero
incompleto del Pil, la risalita della domanda di lavoro
risulterà smorzata e il numero degli occupati si aggiusterà
verso il basso: -1% (-230mila persone)”. Il “ricorso importante
a strumenti come la Cig” sta ammortizzando un impatto
dell’emergenza Covid pari nel 2020 a 2,45 milioni di Ula
(-10,2%), il dato statistico che indica il numero di ‘unità”
equivalenti a posti di lavoro a tempo pieno. (ANSA).
Fonte Ansa.it