(ANSA) – ROMA, 13 OTT – Un primo film, da regista, I
predatori, scritto a 22 anni, “quando la carriera da attore non
mi andava benissimo”. Sei anni dopo Pietro Castellitto sta
vivendo una fase molto diversa: I predatori ha vinto il premio
per la migliore sceneggiatura di Orizzonti alla Mostra del
Cinema di Venezia, sarà alla Festa del Cinema di Roma in Alice
nella città e debutterà in sala con 01 il 22 ottobre. Inoltre
l’attore/regista è sotto i riflettori come interprete di
Francesco Totti nella serie Sky in preparazione sul campione, ‘Speravo de morì prima’, al debutto nel 2021. “E’ un un momento
po’ disorientante – commenta Pietro Castellitto -: è arrivato
tutto insieme, ma l’importante è cercare di mantenere viva
quella rabbia che nutre la voglia di raccontare”.
Un sentimento che nel film prende la forma di una trascinante
commedia nera, con tocchi surreali e sfumature noir, costruita
su un cast impeccabile che comprende Massimo Popolizio, Manuela
Mandracchia, Giorgio Montanini, Anita Caprioli, Giulia Petrini,
Dario Cassini, Mara Ubaldi, Vinicio Marchioni e Antonio Gerardi.
Al centro del racconto i percorsi, con inaspettati incroci, fra
una una famiglia borghese, gli annoiati e feroci Pavone, e i
popolari ‘Vismara’, armaioli fascisti tendenti al crimine. “E’
un film dove sono tutti prede e predatori, con le eccezioni
forse dei due componenti più giovani, Federico (interpretato
dallo stesso Castellitto) e il piccolo Cesare, capace però di
compiere un grave atto”. Nella storia, “la speranza è nella
ricerca della libertà più che in quella della felicità, che è un
sentimento più da impiegati”.
Castellitto risponde con un sorriso quando viene sottolineata
l’originalità della sua messa in scena: “In Italia i film dei
giovani autori si assomigliano un po’ tutti, la soglia oltre cui
un prodotto diventa originale non è altissima. Volevo anche
superare poi alcuni pregiudizi, come usare sempre gli stessi
attori o certe regole tecniche che sembrano inamovibili e non lo
sono”.
Il primo a leggere la sceneggiatura è stato il padre di
Pietro, Sergio Castellitto: “Alla fine era felice e sollevato –
racconta sorridendo -: aveva temuto fosse brutta”. (ANSA).
Fonte Ansa.it