(ANSA) – MILANO, 30 MAG – Il decreto tlc, con le misure di
sostegno al settore, fa discutere. Nella bozza preliminare
circolata non si parla solo di 1,5 miliardi di risorse ma anche
di interventi legislativi, tra questi anche i limiti
elettromagnetici un tema che divide ancora la politica ma che
agli italiani, secondo uno studio realizzato dall’Istituto per
la Competitività (I-Com) nell’ambito di Futur#Lab, il progetto
promosso da I-Com e Windtre, in collaborazione con Join Group e
con la partnership di Ericsson e Inwit, non fanno più paura.
“Nonostante sia largamente diffusa l’idea che la popolazione
nutra timore per l’inquinamento elettromagnetico e avversione
per l’installazione delle antenne di quinta generazione –
secondo l’analisi – le ricerche sul web relative al 5G e
correlate a un sentimento di paura mostrano un andamento
fortemente decrescente: in Italia passano infatti dal 13% del
totale nel 2020 al 2,8% del 2022, anno nel quale si sono
registrate solo 144,5 ricerche di questo tipo ogni 100.000
abitanti”.
Quello che invece il paper di I-Com, Join e Futur#Lab
evidenza, riproponendo uno studio di Asstel e Polimi, sono gli
impatti principali derivanti viceversa dagli attuali limiti
elettromagnetici restrittivi: “un aumento dei costi di sviluppo
e di esercizio delle reti 5G stimato a 9,4 miliardi, con un
extra-costo di circa 4 miliardi rispetto ai 5,5 mld che si
prevedono se i limiti italiani fossero pari a quelli europei; un
freno allo sviluppo delle reti con l risultato di coperture a
macchia di leopardo; un effetto negativo sulla sostenibilità
ambientale perchè implicano un incremento della densità degli
impianti, comportando un maggiore consumo energetico”. (ANSA).
Fonte Ansa.it