Bankitalia, per le donne salari più bassi in media dell’11%

(ANSA) – ROMA, 22 GIU – Le donne percepiscono mediamente
retribuzioni più basse dell’11% rispetto ai colleghi uomini.
    Questo differenziale è già ampio all’ingresso nel mercato del
lavoro: il 16% tra i diplomati, il 13% tra i laureati. Il
divario si accentua ancora di più con la maternità e con
l’avanzare della carriera. Sono alcuni dei dati sul gender gap in Italia presentati nel
rapporto della Banca d’Italia sul tema che illustra i
principali risultati del progetto “Le donne, il lavoro e la
crescita economica”. Per quanto riguarda la maternità, rispetto alle donne senza
figli, nei due anni successivi alla nascita del primo figlio le
madri occupate hanno una probabilità quasi doppia di non avere
più un impiego e, a quindici anni dal parto, le loro
retribuzioni medie sono circa la metà (considerando le madri che
continuano a lavorare). Il differenziale retributivo si amplia
ulteriormente più avanti nella carriera ed è maggiore tra i
lavoratori con redditi più elevati. Tra i dipendenti del settore
privato, a 64 anni di età, la differenza tra l’ultimo decile
della distribuzione del salario unitario di uomini e donne è
quasi il 30 per cento; per il primo decile è meno del 10. Le
donne occupate, inoltre, hanno più di frequente impieghi di tipo
temporaneo (18% delle donne occupate alle dipendenze, 16 per gli
uomini) e part-time (31,7% delle lavoratrici, 7,7 dei
lavoratori). Il part-time non è sempre una scelta delle donne:
una lavoratrice a tempo parziale su due sarebbe disponibile a
lavorare a tempo pieno (la quota più elevata osservata tra i
paesi dell’Unione europea). (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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