(ANSA) – MILANO, 24 GIU – La corsa degli italiani alla
prenotazione delle vacanze online può rappresentare un grosso
rischio per la sicurezza dei dati, oltre che per il conto in
banca. Secondo i dati dell’azienda di cybersicurezza Check Point
Research da maggio, è aumentato del 23%, in tutto il mondo, il
numero di domini web legati alle vacanze. Di questi nuovi siti,
1 ogni 83 è risultato essere malevolo o sospetto. Il fine?
Ingannare i navigatori spingendoli a inserire sui portali le
proprie informazioni personali, compresi i dati di pagamento,
per poi rubarli. “È il solito schema che si ripete” spiega
Gabriele Faggioli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio
Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano e
amministratore delegato di Digital360. “Periodicamente si
assiste a recrudescenze di campagne su temi specifici, al fine
di massimizzare i guadagni da parte dei cybercriminali. Bisogna
partire da una considerazione: anche se siamo su internet,
nessuno regala niente”. Secondo Faggioli, il primo consiglio per
non cadere vittima di questi attacchi è valutare con attenzione
la piattaforma e utilizzare solo siti o applicazioni note e
affidabili, in grado di gestire anche eventuali rimborsi.
“Bisogna studiare le recensioni, se ce ne sono, e diffidare
delle offerte incredibili, che molto spesso sono truffaldine.
Poi, è necessario evitare di effettuare pagamenti fuori dai
canali ufficiali, così da non perdere la protezione sugli
acquisti”. Stando ad una recente ricerca di McAfee, che si
occupa di sicurezza informatica, il 14% di chi in passato ha
prenotato almeno una vacanza online è stato indotto con
l’inganno a effettuare pagamenti tramite piattaforme
fraudolente. Il 18% è stato vittima di furto di identità sul
web, il 7% per aver inserito informazioni sul passaporto e l’11%
per altri dati sensibili. “Le organizzazioni che perpetrano
queste attività utilizzano diverse tecniche: mail che tentano il
furto di credenziali, acquisizione illecita di dati di
pagamento, una grafica con loghi che rendono particolarmente
appetibili e credibili le comunicazioni. Fino ad azioni di
social engineering, che sfruttano fenomeni proprio come le ferie
o la voglia di risparmiare, per mettere in atto comportamenti
criminali” conclude Faggioli. (ANSA).
Fonte Ansa.it