OpenAI, sosteniamo l’azione Ue sull’IA, ChatGpt sicuro

“Sosteniamo la proposta europea sull’Intelligenza artificiale, crediamo che i governi democratici debbano regolare questo settore, non si può garantire che la tecnologia vada a vantaggio di tutti senza una cornice normativa”. Lo ha detto Anna Makanju, Head of Public Policy di OpenAI, la società creatrice di ChatGpt, nell’audizione presso il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione dell’Intelligenza artificiale, presieduto dalla Vicepresidente Anna Ascani. “Non usiamo i dati per finalità commerciali, il nostro modello è sicuro, per impostare ChatGpt4 in maniera corretta abbiamo impiegato sei mesi”.

L’audizione, dopo quella svolta da OpenAi al Senato statunitense, è la prima dell’azienda americana presso un Parlamento europeo. E arriva a due mesi dal ripristino di ChatGpt in Italia dopo la sospensione per i rilievi del Garante Privacy. “So che ci sono punti aperti nell’AI Act dell’Ue, ma l’ultima bozza del Parlamento europeo sembra vada nella direzione giusta – ha aggiunto Makanju – rifletteremo meglio come dare specifica attuazione, capire come funzionerà l’AI Act nei diversi usi dell’Intelligenza artificiale, anche per gli strumenti che si generano da questi modelli”.

“So che nell’Ue ci sono preoccupazioni sull’uso e sull’abuso dei dati personali”, ha poi osservato Makanju aggiungendo che OpenAi non usa i dati degli utenti a scopo di profilazione o identificazione: “Le informazioni vengono sfruttate solo per addestrare il chatbot e vengono cancellate dopo un massimo di 30 giorni”. Makanju ha poi delineato alcune delle opportunità che l’IA può rappresentare per un utilizzo pubblico. “Ad esempio in India – ha sottolineato – il governo usa i nostri modelli per interagire con tutti gli archivi dei servizi pubblici, anche a supporto dell’accessibilità, usando la voce invece di digitare il testo”.

Come ha ricordato, infine, la Vicepresidente della Camera, Anna Ascani: “L’Intelligenza Artificiale generativa, per la prima volta, impatta non solo sul lavoro ripetitivo ma anche su quello creativo. La tecnologia deve essere concepita come supporto all’uomo e non come elemento sostitutivo. Sono certa che OpenAi potrà collaborare per fornire maggiori dettagli e più trasparenza su come sviluppa i suoi modelli, a beneficio di tutti”.

Fonte Ansa.it

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