Immaginate due file di grattacieli alti 500 metri (ben più dell’Empire State Building di New York, che si ferma a 381 metri), con uno spazio “aperto” interno ampio 200 metri occupato da mezzi di trasporto e luoghi di ritrovo, che si estendono per 170 km nel deserto: questa è The Line, la città futuristica già in costruzione pensata dal principe saudita Mohamed Bin Salman e presentata come un paradiso ecologico. Ma è davvero così? Uno studio pubblicato su Nature ne ha analizzato pro e contro, e le conclusioni non sono affatto positive.
Le promesse. Nel video di presentazione del progetto, Neom (l’azienda promotrice presieduta dal principe) parla di The Line come di una città autosostenibile, a zero emissioni di CO2, nella quale i suoi nove milioni di abitanti potranno raggiungere tutti i servizi essenziali in soli cinque minuti a piedi e i treni automatizzati ne uniranno i due estremi in appena 20 minuti.
Cerchio o linea? Secondo quanto afferma lo studio di Nature, questo sarebbe impossibile. Considerato che The Line avrà una densità abitativa di 265.000 persone per km2 (dieci volte in più di Manhattan), se scegliessimo due cittadini a caso si troverebbero mediamente a 57 km di distanza l’uno dall’altro. Secondo gli autori, sarebbe molto più pratica una città circolare con un raggio di 3,3 km, nella quale la distanza tra due persone qualunque sarebbe mediamente di 2,9 km, permettendo a circa un quarto degli abitanti di muoversi a piedi.
Distanze troppo lunghe. Neom promette inoltre un treno superveloce che colleghi i due estremi della città in appena 20 minuti. Tuttavia, dati alla mano, questa promessa risulta inesaudibile: affinché tutti gli abitanti possano raggiungere comodamente una fermata dovrebbero esserci almeno 86 stazioni – cosa che rallenterebbe la velocità massima raggiungibile dal treno tra una fermata e l’altra. Secondo l’analisi di Nature, almeno il 47% della popolazione tarderebbe 60 minuti minimo per spostarsi, a causa del tracciato lineare della città. Un risultato pessimo in confronto ad altre metropoli come Seul (Corea del Sud), dove i 25 milioni di abitanti tardano al massimo 50 minuti per spostarsi da un posto all’altro.
Costruzione insostenibile. Per quanto riguarda l’aspetto ecologico del progetto, nonostante il principe prometta che The Line e l’intero complesso di Neom (che si estenderà per 26.500 km2 nella regione di Tabuk) saranno alimentati con energia 100% rinnovabile e non emetteranno CO2, il problema è la costruzione di tutto ciò: la realizzazione del progetto implicherà grandi spostamenti di terra, enormi infrastrutture per trasportare veicoli, energia, acqua e rifiuti, e l’impiego di una quantità colossale di materiali la cui estrazione emette CO2.
Insomma, The Line viene pubblicizzata come una città futuristica dove i cittadini vivranno senza stress e l’ambiente verrà rispettato, ma le premesse – stando a quanto rileva uno studio indipendente – sono ben diverse.
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Fonte Focus.it