Le grandi banche d’affari
continuano a tagliare le previsioni di crescita della Cina, alle
prese con la crisi del settore immobiliare e con un’economia che
fatica ad accelerare dopo la crisi pandemica, ritenendo poco
probabile il conseguimento del target del 5% fissato per
quest’anno dal governo di Pechino.
Nomura, riferisce l’agenzia Bloomberg, ha tagliato le stime
di crescita dal 5,1% al 4,6% dopo i dati macro sotto le attese
di luglio e la persistente “spirale al ribasso” dell’economia.
“Nei prossimi mesi la crescita subirà ulteriori pressioni mentre
la domanda repressa post-pandemica per i viaggi fa il suo
corso”, afferma la banca giapponese, secondo cui è più probabile
che Pechino manchi l’obiettivo di crescita al 5%.
Il taglio di Nomura segue quello di Morgan Stanley che
mercoledì ha ridotto le sue stime di crescita per quest’anno dal
5 al 4,7% alla luce di un “più ripido rallentamento degli
investimenti nell’ambito di un delevereging nel settore
immobiliare e da parte dei veicoli di finanziamento dei governi
locali, con effetti a catena sui consumi”.
In precedenza erano state Jp Morgan e Barclays ha ridurre le
proprie previsioni, rispettivamente, dal 5 al 4,8% e dal 4,9% al
4,5%, spinte dalle difficoltà in cui si dibatte il settore
immobiliare e dai dati deludenti di luglio su consumi,
esportazioni, credito e mercato immobiliare residenziale.
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Fonte Ansa.it