A 41 anni dalla morte del generale
Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso da Cosa nostra il 3 settembre
1982 in via Isidoro Carini a Palermo, in un attentato nel quale
persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e
l’agente di scorta Domenico Russo, questa mattina sono state
deposte corone d’alloro nel luogo dell’assassinio di una delle
figure simbolo della lotta alla criminalità organizzata, il
generale dei carabinieri spedito in Sicilia e divenuto martire
dopo poco più di tre mesi dal suo arrivo in Sicilia.
Questa mattina alla cerimonia hanno preso parte i figli del
prefetto, Nando Dalla Chiesa e Simona dalla Chiesa, il
presidente della commissione nazionale antimafia Chiara
Colosimo, il sottosegretario alla giustizia Francesco Paolo
Sisto, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il
procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, il presidente del
tribunale Piergiorgio Morosini, il procuratore generale della
corte d’appello Lia Sava, il procuratore per i minorenni Claudia
Caramanna, il presidente della Regione, Renato Schifani e il
sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Erano presenti tutti i
vertici delle forze dell’ordine.
Dopo la deposizione delle corone è stata celebrata una messa
nella chiesa di San Giacomo dei Militari dentro la caserma del
comando legione dei carabinieri officiata dal cardinale Corrado
Lorefice a cui ha preso parte il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella.
Quel 1982 è passato alla storia come uno degli anni più
cruenti nella lotta alla mafia. Tantissimi sono stati i morti
uccisi da cosa nostra. Il 3 settembre toccò proprio a Dalla
Chiesa, raggiunto all’uscita della Prefettura da un commando
mafioso che, adoperando una tecnica quasi militare, aprì il
fuoco con un kalashnikov verso il generale e sua moglie, non
risparmiando neanche l’agente che li seguiva a bordo di
un’Alfetta.
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Fonte Ansa.it