“La strage di civili innocenti,
compiuta ottant’anni or sono ad Acerra dalle truppe naziste,
costituisce uno degli eventi più tragici e disumani della
Seconda Guerra mondiale e, al tempo stesso, è testimonianza
della ribellione agli oppressori, del desiderio di libertà, del
contributo attivo delle popolazioni meridionali alla
Resistenza”. Lo dichiara il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella. “Quella ferita indelebile, impressa nella coscienza
della comunità di Acerra, è parte della storia della Repubblica,
di quel cammino di riscatto che ha condotto il Paese alla
Liberazione, alla Democrazia, alla Costituzione”.
Farne memoria è dovere civile verso chi ebbe il coraggio di
resistere, di opporsi alla ferocia degli occupanti, di lottare
per un’Italia e un domani migliore e trasmette alle generazioni
più giovani la consapevolezza di come ogni persona goda di una
dignità inviolabile e che le Istituzioni democratiche, nate
dalla solidarietà di popolo, sono affidate alla cura di tutti i
cittadini”, spiega Mattarella.
“Erano i giorni immediatamente successivi alle Quattro
Giornate di Napoli. Anche Acerra insorse contro le violenze di
ogni genere, i saccheggi, le distruzioni, i rastrellamenti.
L’esercito tedesco stava arretrando, ma il disprezzo per la vita
e l’ideologia dell’annientamento si manifestarono con ancora
maggiore rabbia e intensità. Decine e decine di donne, di
uomini, persino di giovanissimi, vennero uccisi senza pietà.
Gennaro Auriemma, il più giovane delle vittime, aveva soltanto
un anno”, ricorda il capo dello Stato.
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Fonte Ansa.it