(ANSA) – ROMA, 03 NOV – Durante il lockdown lo smart working
ha coinvolto un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili,
circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, oltre dieci
volte più dei 570mila censiti nel 2019. Al termine
dell’emergenza si stima che i lavoratori agili, che lavoreranno
almeno in parte da remoto, saranno 5,35 milioni. Lo dice una
ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of
Management del Politecnico di Milano presentata oggi durante il
convegno online ‘Smart Working il futuro del lavoro oltre
l’emergenza’. Secondo lo studio, durante il lockdown il maggior numero di
smart worker era nelle grandi imprese (2,11 milioni), 1,13
milioni nelle Pmi, 1,5 milioni nelle microimprese sotto i dieci
addetti e infine 1,85 milioni di lavoratori agili nella PA. La
ricerca calcola che in futuro per adattarsi a questa “nuova
normalità” del lavoro il 70% delle grandi imprese aumenterà le
giornate da remoto, portandole in media da uno a 2,7 giorni alla
settimana, mentre una su due modificherà gli spazi fisici.
Lo studio mette in luce come il ricorso al lavoro da casa
forzato abbia rivelato la fragilità tecnologica delle imprese
anche quelle più grandi e strutturate. Il 69% di queste, ad
esempio, ha dovuto aumentare la disponibilità di pc portatili e
altri strumenti hardware. Il 38% ha dato ai lavoratori la
possibilità di utilizzare i dispositivi personali. Tre quarti
delle amministrazioni pubbliche, poi, hanno incoraggiato i
dipendenti a usare dispositivi personali a causa delle
limitazioni di spesa e dell’arretratezza tecnologia. Il 43% non
ha integrato la dotazione personale dei dipendenti.
“L’emergenza Covid19 ha accelerato una trasformazione del
modello di organizzazione del lavoro che in tempi normali
avrebbe richiesto anni – dice Mariano Corso, Responsabile
scientifico dell’Osservatorio Smart Working – Ora è necessario
ripensare il lavoro per non disperdere l’esperienza di questi
mesi e per passare al vero e proprio smart working che deve
prevedere maggiore flessibilità e autonomia nella scelta di
luogo e orario di lavoro, elementi fondamentali a spingere una
maggiore responsabilizzazione sui risultati”. (ANSA).
Fonte Ansa.it