“Il calendario dell’Esercito 2024 non
intende affatto ‘riabilitare il fascismo’, anzi”. Così il
ministero della Difesa replica alle polemiche sulla
pubblicazione. “Il calendario – prosegue via XX settembre – si
inquadra in una trilogia storica che vuole evidenziare
esclusivamente l’impegno e il valore degli italiani e dei nostri
militari nella Guerra di Liberazione, nella consapevolezza che,
come quelli di allora, anche i soldati di oggi, con il
giuramento che prestano, si impegnano a servire il Paese e le
sue Istituzioni repubblicane”.
“Moltissimi soldati, sopravvissuti a tre anni di durissima
guerra, non ebbero dubbi, dopo l’8 settembre 1943, su quale
fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito Italiano
dovesse assumere – specifica la Difesa -. Non a caso, tutti i
militari presenti nel CalendaEsercito 2024 sono stati scelti
perché il loro coraggio è stato d’esempio sia prima
dell’armistizio sia, con uguale impegno e determinazione,
durante la guerra di Liberazione, combattendo nelle fila del
Regio Esercito o delle formazioni partigiane, fino all’estremo
sacrificio. Basta leggere le motivazioni di conferimento delle
Medaglie d’Oro al Valor Militare”.
“Il ‘prima e dopo’ l’8 settembre 1943 indica quindi la
coerenza e il valore dell’impegno coraggioso di chi scelse di
servire la Patria, onorando il giuramento prestato, fino al
sacrificio della vita o continuando, a sprezzo del pericolo, a
combattere per la rinascita dell’Italia. Questo è lo spirito del
CalendEsercito 2024! – conclude la nota -. Le polemiche
politiche e i pregiudizi ideologici sono estranei alle forze
armate. Non è un caso che, nel calendario, chi fu decorato prima
dell’armistizio ricevette un’onorificenza ancora più importante
e prestigiosa per quanto fatto dopo l’8 settembre; gli ideali e
i valori che li animarono erano gli stessi: quelli del
giuramento alla Patria e alle istituzioni”.
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