Hamas ha definito la decisione di
Israele di limitare l’accesso degli arabi alla Spianata delle
moschee durante il Ramadan “una violazione della libertà di
culto” e ha invitato i palestinesi a “mobilitarsi, a marciare ed
essere presenti nella moschea di al-Aqsa”, che si trova nel
complesso religioso di Gerusalemme.
In un comunicato citato dai media internazionali, il movimento
islamista ha affermato che la mossa dello Stato ebraico “indica
l’intenzione dell’occupazione di intensificare la sua
aggressione contro la moschea di al-Aqsa durante il mese di
Ramadan” e rappresenta “un’intensificazione del crimine sionista
e della guerra religiosa guidata dal gruppo di coloni estremisti
del governo terrorista d’occupazione”. Hamas ha fatto quindi
appello ai palestinesi che vivono nei “territori occupati”, a
Gerusalemme e in Cisgiordania “a respingere questa decisione
criminale e a resistere all’arroganza dell’occupazione”. Il
gruppo al potere nella Striscia di Gaza ha inoltre avvertito che
la limitazione dell’accesso alla moschea “non avverrà senza
responsabilità”.
Anche un membro della Knesset israeliana, Ahmad Tibi, ha
definito la decisione di Netanyahu di limitare l’accesso alla
moschea di al-Aqsa una “palese violazione della libertà di
culto”. In una dichiarazione condivisa sui social media, Tibi ha
descritto Netanyahu come un “prigioniero” del “terrorista
condannato Ben-Gvir” (il ministro della Sicurezza nazionale
israeliano) e ha affermato che “è tempo che il presidente Biden
imponga sanzioni allo stesso Ben-Gvir”. Tibi ha aggiunto che “il
divieto per i musulmani di pregare nella moschea durante il mese
sacro del Ramadan merita di essere discusso alle Nazioni Unite”.
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Fonte Ansa.it