Un laboratorio di pittura e vari
punti vendita che distribuivano false opere dell’anonimo street
artist britannico Banksy sono stati scoperti dai Mossos
d’Esquadra, la polizia catalana, che ha denunciato quattro
persone per truffa continuata e reati contro la proprietà
intellettuale. L’inchiesta, segnalano i Mossos, è partita
dall’intercettazione nel luglio scorso da parte di investigatori
dell’Unità centrale del Patrimonio Storico di opere grafiche
attribuite a Banksy vendute su piattaforme online, case d’aste e
antiquari.
Dopo i primi accertamenti compiuti ad agosto, con ispezioni
dei lavori per comprovarne l’autenticità e la tracciabilità e
accertarne la provenienza, gli inquirenti hanno sequestrato una
decina di nuove opere, in parte già vendute. Attraverso queste
sono stati identificati i principali distributori, che le
cedevano in negozi d’arte, case d’aste a Barcellona e a rinomate
pagine web per la vendita di opere grafiche. A dicembre le
indagini hanno consentito di risalire al laboratorio: un
appartamento nella città di Saragozza, dove una coppia di
giovani fan dell’artista, a corto di denaro, creavano i falsi su
cartoni, rifiniti con disegni e timbri grafici, che
accreditavano come realizzati dall’artista nell’ambito del
progetto Dismaland, per poi rivenderli a 80 euro l’uno grazie a
un distributore esperto del mercato.
Dopo aver verificato con l’impresa Pest Control – l’unico
organismo autorizzato per l’attribuzione dei graffiti di Banksy
– che si trattava di falsi e riproduzioni, gli investigatori
hanno ricostruito l’intera rete e hanno documentato 25 vendite a
vittime della truffa in Spagna, in Germania, in Svizzera, negli
Stati Uniti e in Scozia, arrivate a pagare anche 1.500 euro per
un cartone. Le opere erano pubblicizzate come provenienti
dall’evento Dismaland, il parco di attrazioni creato da Bansky a
Somerset, in Inghilterra, fra l’agosto e il settembre del 2015,
dove la leggenda urbana vuole che l’anonimo graffitaro, il più
celebre al mondo, abbia nascosto alcune opere, perché i
visitatori possano trovarle. Da qui l’escamotage di vendere i
falsi Banksy accompagnati dalle ricevute di biglietti di entrata
a Dismaland.
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Fonte Ansa.it