“E’ improprio attribuire
l’omicidio” di Alessandra Matteuzzi “ad una insana gelosia
dell’imputato, la quale, semmai, costituì il movente del delitto
di atti persecutori, mentre l’omicidio fu motivato da un
irresistibile desiderio di vendetta, uno tra i sentimenti più
irragionevoli, eppure imperativi”. Così la Corte d’Assise di
Bologna nel motivare la condanna all’ergastolo per l’ex
calciatore Giovanni Padovani, responsabile dell’omicidio
aggravato dell’ex compagna.
Per i giudici si tratta non tanto di un “‘omicidio d’amore’,
quanto piuttosto di un ‘omicidio d’onore’, sia pure in una
malintesa accezione di quest’ultimo”.
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