Madrid ricorda i 192 morti delle stragi di Atocha di 20 anni fa

Esattamente 20 anni fa, alle 7.30
di mattina,, nell’ora di punta, dieci ordigni esplosivi sui
treni dei pendolari e nella stazione di Atocha, a Madrid,
segnarono, due anni e mezzo dopo l’11 settembre, l’arrivo del
terrorismo di Al Qaida in Europa: 192 persone di 17 nazionalità
persero la vita nel più grave attentato sul suolo europeo dopo
la strage di Lockerbie del 1988.
    Una solenne cerimonia alla Galleria delle Collezioni Reali, accanto al Palazzo Reale di Madrid, presieduta dai monarchi
spagnolo Felipe VI e Letizia e la partecipazione della
commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, è stato
il momento culminante della giornata di commemorazioni, aperta
stamani da una manifestazione alla Puerta del Sol, con il
sindaco di Madrid. Sui luoghi degli attentati sono stati deposti
dei fiori.
    “L’origine della destra furibonda con cui facciamo i conti
oggi in Spagna ha come base la grande bugia fabbricata sugli
attentati dell’11 marzo”: lo ha detto il premier iberico, Pedro
Sánchez, ricordando la strage di Atocha del 2004, in riferimento
all’ipotesi iniziale dell’allora governo popolare, rivelatasi
poi erronea, secondo cui quegli atti terroristici erano
attribuibili all’Eta.
    “Si compiono i 20 anni dall’undici marzo: il più grande atto
terrorista d’Europa, la più grande infamia, la più grande bugia
di un dirigente politico: José María Aznar”, ha aggiunto.
    La commissaria Ue Johansson ha dichiarato: “Ci riuniamo per
ricordare coloro che morirono quel giorno, ma anche tutti coloro
che sono morti in altri atti di terrorismo in Europa e altri
luoghi. siamo qui per ricercare e onorare le vittime. Avete
pagato il prezzo dell’odio diretto ai nostri valori, alle nostre
società, alle nostre democrazie. Non siete soli”, ha aggiunto
Johansson, nel sottolineare che “la Spagna è pioniera
nell’appoggio delle vittime”.
    Hanno partecipato alla commemorazione anche Eliana
Pavoncello, che rimase ferita nell’attentato contro la sinagoga
del Roma il 9 ottobre del 1982 in cui fu ucciso il piccolo
Stefano Gaj Taché, e Rudolf Kaniski, colpito nell’attentato del
22 marzo 2016 a Bruxelles.
   

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Fonte Ansa.it

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