Un dirigente di polizia, un
avvocato, un consigliere comunale, una studentessa. Sono alcune
delle vittime della tragedia che si è consumata sabato scorso
sulle pendici della Tete Blanche, a pochi chilometri dal confine
con l’Italia. Una comitiva di scialpinisti è stata investita dal
maltempo, con venti a oltre 150 chilometri orari e temperature
percepite di meno 30 gradi. Dopo un’intensa giornata di
ricerche, domenica sera sono stati trovati cinque corpi, tutti
morti assiderati, mentre per il sesto disperso ancora proseguono
le ricerche.
Una tragedia che verrà ricordata per anni e che ha gettato il
lutto su tutto il cantone Vallese, ma soprattutto sulla piccola
comunità di Vex, paese di quasi 2.000 abitanti alla periferia di
Sion. Lì vive la famiglia Moix, che piange la scomparsa di tre
fratelli, un cugino e uno zio. Dopo aver studiato finanza
all’Università di San Gallo e a quella di Westminster a Londra,
Jean-Vincent Moix era tornato a casa e da poco era stato eletto
consigliere comunale. Era un personaggio molto conosciuto
all’interno della piccola comunità: giocava nella della squadra
di calcio locale, era un appassionato alpinista e suonava in una
banda di ottoni. “È una tragedia enorme perdere un collega nel
consiglio comunale. I nostri pensieri sono con lui, con la sua
famiglia che si trova immersa in un dolore incommensurabile” ha
detto il sindaco Sébastien Menoud. Con lui in quella drammatica
gita c’erano anche il fratello David, di professione avvocato
dopo essersi laureato con il massimo dei voti, e il cugino Marc,
capitano della Polizia cantonale del Vallese.
Tra le vittime c’è anche Emilie Deschenaux, di 28 anni,
residente a Friburgo, grande appassionata di sci e ciclismo: si
era recentemente trasferita in Islanda dove stava studiando per
un master in giurisprudenza.
In ricordo delle vittime la comunità di Vex lunedì sera si è
raccolta in una veglia davanti alla chiesa: circa 300 persone
sono scese in strada con una candela e con la musica classica in
sottofondo.
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Fonte Ansa.it